Festa della Repubblica, Mattarella: «La crisi non è terminata»

Il messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa e ai prefetti d’Italia. «Rispetto dei diritti, solidarietà e umanità trovano fondamento nella Costituzione»

Celebrata nel contesto di una «crisi sanitaria, sociale ed economica senza precedenti» ieri, 2 giugno, la festa della Repubblica. In questa situazione, scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, «le forze armate, con il loro contributo, si sono dimostrate ancora una volta una risorsa di alta professionalità, dotata di spirito di sacrificio ed efficienza su cui la Repubblica sa di poter contare. I militari – si legge nel testo – offrono quotidianamente testimonianza di generosità e abnegazione attraverso uno sforzo encomiabile nelle corsie degli ospedali, sulle strade e nel territorio per la sicurezza, in cielo e in mare per il trasporto logistico-sanitario».

Le norme di contenimento del virus e le restrizioni «necessarie per fronteggiare la difficile congiuntura sanitaria», osserva il capo dello Stato, non consentono quest’anno di svolgere la tradizionale parata a Roma né le manifestazioni locali, ma «i valori di rispetto dei diritti, solidarietà, umanità, che animano costantemente il vostro operato, in Italia e nei teatri di crisi, al servizio della pace, della democrazia e della sicurezza, trovano fondamento nella Costituzione e incontrano la riconoscenza dei nostri concittadini». Nel 74° anniversario della proclamazione della Repubblica italiana infine, dal presidente Mattarella arriva anche, nel messaggio al generale Vecciarelli, «un deferente pensiero a quanti hanno sacrificato la propria vita in Italia e all’estero, in pace e in guerra».

Di «momento particolarmente difficile per il Paese» il capo dello Stato parla anche nel messaggio indirizzato ai prefetti d’Italia per la festa della Repubblica. «Le dimensioni e la gravità della crisi, l’impatto che essa ha avuto su ogni aspetto della vita quotidiana, il dolore che ha pervaso le comunità colpite dalla perdita improvvisa di tante persone care – scrive –  hanno richiesto a tutti uno sforzo straordinario, anche sul piano emotivo. L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione».

Mattarella ricorda le molte vittime della pandemia «fra quanti la hanno affrontata per motivi professionali o per incarichi ricoperti: rivolgo il mio grato, commosso pensiero a sindaci, sanitari, appartenenti alle forze dell’ordine e a tutti i pubblici dipendenti deceduti a causa del virus. La crisi non è terminata – ribadisce – e tanto le istituzioni quanto i cittadini dovranno ancora confrontarsi a lungo con le sue conseguenze e con i traumi prodotti anche nelle dimensioni più intime della vita delle persone».

La necessità di frenare la diffusione del virus, riflette ancora Mattarella, «ha imposto limitazioni alla socialità, sacrificando l’affettività e i legami familiari; i più giovani sono stati temporaneamente privati dei luoghi in cui si costruisce e rafforza il senso civico di una collettività, primi fra tutti la scuola e lo sport; distanze e diffidenze hanno accresciuto le situazioni di solitudine e di marginalità delle persone più deboli, esposte a nuove forme di povertà, deprivazione e discriminazione, quando non di odioso sfruttamento». Allo stesso tempo, «la sospensione delle attività produttive e commerciali ha acuito le difficoltà degli operatori economici, rendendoli, inoltre, più esposti e vulnerabili ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata; nuove emergenze e incertezze incombono sulle prospettive occupazionali di molti comparti da cui dipendono il benessere e la serenità di intere aree del Paese». Ma «il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici della crisi – è l’esortazione del presidente della Repubblica – vanno ora trasposti in un impegno comune verso gli obiettivi del definitivo superamento dell’emergenza e di una solida e duratura ripresa».

3 giugno 2020