Festa della Fiducia, «l’affidamento alla Madre»

Il rettore del Seminario Maggiore don Faraghini illustra il significato e le iniziative in programma. Sabato 10 febbraio la Messa con il vicario De Donatis. 63 gli allievi della struttura, dai 19 ai 40 anni

Un’occasione per rinnovare l’affidamento alla Madre che invita a guardare al futuro con speranza ma anche la possibilità di ritrovare le persone e i luoghi del passato, con e in cui si è cresciuti. Per don Gabriele Faraghini, piccolo fratello di Jesus Caritas – famiglia spirituale ispirata a Charles de Foucauld – e dallo scorso settembre rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, è questo il senso della tradizionale festa della Madonna della Fiducia che la comunità del Laterano celebra ogni anno il sabato precedente l’inizio della Quaresima. «Qui seminaristi e sacerdoti si formano e si sono formati trascorrendo gli anni più belli della loro vita – chiosa Faraghini, alunno del Maggiore dal 1986 al 1992 -; la festa porta molti ex allievi a ritornare per pregare davanti all’immagine della Madonna della Fiducia che ci ha accompagnato e ci accompagna ancora».

Madonna della Fiducia
Madonna della Fiducia

La sera della vigilia, venerdì 9 febbraio, nella cappella del Seminario il vescovo ausiliare Daniele Libanori guiderà la preghiera dei primi vespri. «Come rettore della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano, nuova “casa” dei preti di Roma per volere del vicario De Donatis – spiega il rettore -, è un punto di riferimento per il clero della nostra diocesi». Nel giorno della festa, poi, le lodi mattutine saranno presiedute da monsignor Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti ed ex alunno del Seminario Romano, così come il nuovo vescovo ausiliare di Roma Paolo Ricciardi, che presiederà i secondi vespri, alle 19. Cuore della giornata, la Messa delle 11.30 celebrata dall’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi, nonché ex allievo del Seminario e qui direttore spirituale dal 1980 al 1988. Alla celebrazione eucaristica seguirà il pranzo comunitario a cui sono invitati tutti gli ex alunni «che festeggiano quest’anno uno speciale anniversario di sacerdozio – spiega Faraghini -: il primo, il decimo, il venticinquesimo o il cinquantesimo». 

Gli allievi del Maggiore sono 63 e hanno dai 19 ai 40 anni: 35 di loro sono originari delle parrocchie della diocesi di Roma, 3 provengono da Haiti, 2 dalla Nigeria e altrettanti dalla Croazia e dalla Cina; c’è inoltre uno spagnolo mentre i restanti arrivano da diverse diocesi d’Italia. Ci sono poi i 10 alunni del propedeutico, il percorso annuale rivolto ai giovani che, alla luce di un periodo di discernimento vocazionale «compiuto nelle parrocchie di origine o partecipando al cammino diocesano curato da don Fabio Rosini – chiosa Faraghini -, maturano l’esigenza di verificare più in profondità la loro vocazione». Dall’inizio di novembre alla fine di maggio, dal martedì al venerdì, abitano in Seminario, mentre per il resto della settimana vivono in una parrocchia romana.

È alla conoscenza di tutti gli alunni che il rettore si sta dedicando in questi primi mesi. «Dovrò essere un padre per loro – afferma – ma la paternità si conquista sul campo conoscendosi e dandosi fiducia, reciprocamente». Per adesso, «il mio compito è stare qui, esserci e, coadiuvato dagli 8 fratelli che compongono il presbiterio del Seminario, conoscerli a fondo – conclude – per poter camminare e crescere insieme in fraternità».

6 febbraio 2018