Festa dei Popoli, una giornata all’insegna dell’accoglienza

La XXVII edizione il 20 maggio a San Giovanni. Liturgia con l’arcivescovo Ladaria animata da 50 etnie Colori, tradizioni e cibi all’ombra della cattedrale. Un convegno al Seminario Maggiore

“Accoglietevi come Cristo ha accolto voi”: questo il tema scelto per la XXVII edizione della Festa dei Popoli organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con le comunità etniche cattoliche, con Impresa Sant’Annibale onlus e tante realtà impegnate nel campo delle migrazioni, per domenica 20 maggio in piazza San Giovanni in Laterano. Una giornata, a partire dalle 9, in cui colori, tradizioni, culture, cibi di oltre cinquanta etnie si mescoleranno all’ombra della cattedrale di Roma. Novità di quest’anno, la presenza di un’autoemoteca sul sagrato della basilica per la donazione del sangue, gesto che vuole ulteriormente testimoniare che l’accoglienza per i cristiani «non è un optional ma è farsi carico di tutte le esigenze del prossimo», spiega il direttore dell’Ufficio diocesano monsignor Pierpaolo Felicolo.

Luis Francisco Ladaria Ferrer
Luis Francisco Ladaria Ferrer

Alle 10, nel Pontificio Seminario Romano Maggiore, si terrà il convegno “La Chiesa in ascolto”. Tra i partecipanti un rifugiato maliano che nel gennaio 2010, a Rosarno, fu coinvolto negli scontri a sfondo razziale. Con altri sei giovani africani gestisce la cooperativa sociale Barikamà – che produce, vende e consegna in bicicletta yogurt e ortaggi biologici – e un bar nel parco Nemorense. Al convegno interverranno anche un rifugiato accolto dal Centro Astalli e un ragazzo giunto in Italia da solo quando era minorenne, il quale racconterà le difficoltà incontrate durante l’estenuante viaggio e il difficile percorso di integrazione. A mezzogiorno nella basilica di San Giovanni in Laterano le diverse etnie animeranno la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Una celebrazione “universale” con il Gloria intonato dai congolesi, l’intronizzazione della Parola in brasiliano, il salmo in malayalam, la preghiera dei fedeli in diverse lingue, l’offertorio affidato alla comunità latino-americana, il Sanctus in ucraino e il canto di comunione in arabo e rumeno.

Al termine della Messa alcune comunità offriranno i loro piatti tipici. Sarà possibile assaggiare il pollo mwambe preparato dai congolesi, il borsch, piatto tradizionale ucraino, la cucina filippina ricca di riso, pesce e salse, le zuppe speziate nigeriane, e ancora i piatti eritrei, camerunensi, rumeni e polacchi. L’incontro fraterno tra culture tanto diverse, che passa anche attraverso la degustazione di piatti tradizionali, è infatti il perno della manifestazione soprattutto in un momento storico in cui la diffidenza ha il sopravvento. In tal senso la Festa dei Popoli 2018 vuole essere la «medicina che sconfigge la paura che spesso ci attanaglia – aggiunge Felicolo -. Cresce ogni anno dando maggior vigore a un cammino di integrazione che non deve confondersi con l’assimilazione, perché la persona accolta ha il diritto di mantenere le proprie tradizioni. Come Chiesa siamo chiamati a stare accanto ai migranti, a rivolgere la nostra attenzione verso gli ultimi e ad offrire un’accoglienza intelligente volta a comprendere le ragioni della loro fuga dai Paesi di origine. Non a caso la Festa viene organizzata nella cattedrale di Roma che, nel cuore della città, apre il suo cuore e spalanca le sue braccia a tutti ». Alle 17, al termine di uno spettacolo multietnico è prevista una sfilata di abiti tradizionali. La Festa si concluderà con il concerto organizzato dal World Intercultural Institute.

15 maggio 2018