Festa de’ noantri, De Donatis: «Andare al cuore della devozione»

La Messe celebrata dal cardinale in piazza di Santa Maria in Trastevere ha aperto il calendario di appuntamenti in onore della Vergine del Carmelo. Il 26 luglio la processione sul Tevere della "Madonna Fiumarola", col vescovo Ruzza

Il coronavirus non è riuscito a scalfire il legame che da secoli unisce i romani con la Madonna de’ noantri. La festa in onore della Vergine del Carmelo, nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, è entrata nel vivo ieri sera, 19 luglio, con la Messa celebrata in piazza di Santa Maria in Trastevere dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Se è vero che quest’anno non si è svolta la processione per le vie del quartiere che richiama migliaia di fedeli, «non era scontato» che i trasteverini riuscissero a festeggiare la Madonna del Carmine. Il calendario “orfano” di alcuni appuntamenti tradizionali rappresenta «un fatto davvero eccezionale», ha rimarcato il porporato, perché «l’amore e la fede che Trastevere ha per la sua Madonna non hanno mai conosciuto interruzioni nella storia, nemmeno in tempi più difficili e più pericolosi di questo». L’invito è quindi quello a vivere l’assenza di manifestazioni di pietà popolare come «un’occasione per andare al cuore della devozione. Quando essa è vissuta bene, ha sempre una sostanza di fede che preserva da tanti pericoli».

Pochi minuti prima della liturgia, l’effige della Madonna ha fatto il suo ingresso in piazza portata in spalla dai confratelli dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine. Accolta da un lungo applauso, ha percorso solo poche decine di metri, da palazzo San Callisto all’altare posto davanti alla basilica di Santa Maria in Trastevere. Quest’anno non è stato possibile realizzare un abito nuovo e la statua indossava quello confezionato due anni fa dallo stilista Guillermo Mariotto designer della maison Gattinoni. Riferendosi «alla cura» che i romani hanno per la statua, abiti compresi, il cardinale ha spiegato che anche «le immagini fanno parte della devozione» ma l’essenza sta nell’incontro, nella relazione e «non nel guardare un’immagine senza vita».

La liturgia della 16ª domenica del tempo ordinario proponeva la parabola della zizzania, che per il cardinale può essere riletta alla luce di quanto accaduto in questi mesi in cui il pericolo del contagio poteva, e ancora può, celarsi nei più comuni gesti quotidiani. «Abbiamo dovuto vivere da reclusi e da separati – le parole di De Donatis -, fare attenzione a ogni contatto, a ogni relazione, osservare dappertutto i possibili segni della presenza di un male misterioso. Il periodo che abbiamo appena vissuto – e che ancora, per certi versi, stiamo vivendo – è diventato come una grande parabola sull’apparire del male che viene a soffocare, limitare la vita, a minacciarla». Per affrontare le tante dinamiche e criticità innescate dal Covid-19, per il cardinale è importante avere pazienza e lo sguardo puntato sul «dopo», altrimenti questi frangenti «difficili da comprendere e anche da affrontare finiscono per sembrarci soltanto insopportabili».

Durante la pandemia molti si sono sentiti sorretti dalla fede e tanti hanno riscoperto la preghiera: per questo il cardinale, al termine dell’omelia, ha raccomandato la preghiera del Rosario. Pietro Solfizi, governatore dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine a Trastevere, ha donato al vicario il medaglione della Madonna del Carmelo assegnandogli il titolo di confratello onorario. Il rettore della chiesa di Sant’Agata don Paolo Asolan e il nuovo primicerio don Renato Tarantelli sono stati insigniti del titolo di confratelli effettivi.

Alla liturgia, tra gli altri, erano presenti il fondatore e il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, il presidente del I municipio Sabrina Alfonsi e il sindaco di Roma Virginia Raggi, che durante l’offertorio ha donato un calice in segno di omaggio alla Vergine. In occasione dei festeggiamenti per la Madonna de’ noantri, venerdì 17, grazie alla collaborazione tra Roma Capitale e Acea, è stata illuminata la facciata della Chiesa di Sant’Agata, sede attuale della statua. «Anche se il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, le tradizioni devono essere mantenute – ha detto Raggi -. Lo spirito di questa festa fa parte di Roma e dei romani ed era giusto continuare a incontrarci». Auspicando una «nuova solidarietà mutua e vicendevole», don Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, ha affermato di nutrire «fiducia nella rinascita di Roma» perché «sotto il manto di Maria sono accolte le preghiere dei piccoli, dei sofferenti e degli anziani».

Prossimo appuntamento, domenica 26 luglio, con la processione sul Tevere della “Madonna Fiumarola” presieduta da Gianrico Ruzza, nuovo vescovo di Civitavecchia-Tarquinia. Partenza alle 19.30 dall’imbarcadero del Circolo canottieri Roma. Alle 20.30 è previsto l’arrivo a Ponte Garibaldi, da dove l’effige sarà trasferita nella chiesa di Sant’Agata con un apposito furgone.

20 luglio 2020«