Fermo, bomba inesplosa davanti alla chiesa di San Gabriele dell’Addolorata

Rinvenuto un ordigno artigianale. L’episodio è il quarto nella diocesi. Il parroco don Traini: «La paura si vince con la positività»

Rinvenuto un ordigno artigianale. L’episodio è il quarto ai danni di luoghi di culto della diocesi. Il parroco don Traini: «La paura si vince con la positività»

Nella mattina di domenica 22 maggio un ordigno artigianale inesploso è stato rinvenuto davanti al portone d’ingresso della chiesa di San Gabriele dell’Addolorata a Fermo, nella frazione di Campiglione. L’allarme è stato lanciato da un cittadino per la presenza di un pacco sospetto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Fermo, i vigili del fuoco e gli uomini del reparto artificieri giunti da Ancona.

L’episodio è il quarto avvenuto nella diocesi, ai danni di altrettanti luoghi di culto. Nella notte tra il 7 e l’8 marzo infatti si è verificata un’esplosione di fronte al portone di casa del parroco del quartiere Lido San Tommaso, sempre nel Comune di Fermo. Tra il 27 e il 28 febbraio il secondo episodio, quando una bomba carta è stata fatta esplodere davan alla residenza del vicario del Duomo di Fermo che si trova sul retro della cattedrale, in via della Rocca. Il 12 aprile, ancora, un barattolo pieno di polvere da sparo è esploso davanti alla chiesa di San Marco alle Paludi, di cui è parroco don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco e direttore della Caritas diocesana.

«La paura si vince con la positività»: questo il commento del parroco di San Gabriele dell’Addolorata don Luigi Traini. «Sono sceso alle 7 e 45 per raggiungere la chiesa – racconta – e dalla porta a vetri ho notato questo oggetto sul marciapiede. Sembrava un pezzo di tubo o una scatola di pomodori. Era avvolto con nastro nero da cui fuoriusciva una miccia verde infilata a una mezza sigaretta». Il sacerdote ha immeditamente collegato la presenza di quel materiale con la serie di episodi accaduti davanti ad altre tre chiese della città di Fermo. «Mi è sembrata subito sospetta e ho avvertito i carabinieri che sono immediatamente arrivati», prosegue.

Una parrocchia, quella di San Gabriele, come tante altre della diocesi, impegnata nell’accoglienza e nella tutela dei più deboli. «La nostra è una normale parrocchia di periferia di questa città: c’è il centro sportivo, la sede le Banco di solidarietà che prepara pacchi e li distribuisce ai più bisognosi, abbiamo ottimi rapporti con la comunità cinese perché vengono i bambini per fare scuola di cinese scritto con una insegnante che li aiuta, poi ci sono tutte le normali attività che porta avanti una qualsiasi parrocchia». Ora nulla si ferma: «Continuerò a fare quello che faccio – le parole di don Traini -. La paura non ci deve spaventare. Anzi, chi ha paura non vede nulla di positivo. Gli immigrati vanno conosciuti di persona. Solo conoscendoli, parlandoci un po’ si sfalda questa immagine astratta. Si scoprono i loro nomi, le loro storie, i loro problemi e si capisce che non sono una minaccia».

24 maggio 2016