Federico Zampaglione e i “Cerotti” contro la solitudine

Il leader dei Tiromancino racconta il suo lockdown creativo, da cui è nato anche il suo ultimo film da regista: “Morrison”, tratto dal libro scritto con Censini nel 2017

Sono “Cerotti” che curano l’anima quelli scritti a quattro mani da Federico Zampaglione e Gazzelle prima dell’inizio della pandemia, e interpretati dai Tiromancino, alias Federico Zampaglione nel suo nuovo singolo. Ma sono anche cerotti metaforici, come spiega Zampaglione, musicista, polistrumentista, autore, scrittore e regista, impegnato in questi giorni in sala montaggio per il suo ultimo film da regista, frutto di un lockdown creativo per l’artista romano. “Cerotti”, prodotto da Zampaglione e Jason Rooney, farà infatti parte della colonna sonora di “Morrison”, il film scritto e diretto dallo stesso Zampaglione, distribuito da Vision Distribution. Nel video che accompagna il brano, tratto dal film, appaiono i principali interpretati da Lorenzo Zurzolo a Carlotta Antonelli, da Giovanni Calcagno a Giglia Marra, da Adamo Dionisi ad Andrea Renzi, senza dimenticare Valentino Campitelli, Daniele Rienzo e Gabriele Sorrentino, a cui si aggiunge una inaspettata sorpresa: Alessandra Amoroso, che aveva già inciso un brano scritto per lei da Federico e i due hanno duettato insieme nella nuova versione di Due destini, uno dei maggiori successi dei Tiromancino. Il film è tratto dal libro scritto insieme a Giacomo Gensini nel 2017, “Dove tutto è a metà” (edito da Mondadori) e racconta una storia di vita, amicizia, sentimenti e sogni che ha come sfondo il mondo della musica. Federico Zampaglione racconta il confronto tra due musicisti, Lodo, giovane e pieno di grandi sogni da dividere con la sua band, e Libero, una ex popstar in cerca del grande rilancio.

In attività dal 1989, i Tiromancino si sono potuti infatti sempre ritenere una sorta di consorzio aperto, dove attorno alla figura di Federico Zampaglione ha ruotato gran parte dei musicisti della capitale negli anni 90, fino poi a diventare quel che è oggi, e cioè una oneman band, con Federico che, negli anni, non ha mai snaturato il progetto originale ricercando sonorità non convenzionali e raccontando i sentimenti in maniera mai banale. Basti pensare a brani come “La descrizione di un attimo” (che nel 2020 ha festeggiato 20 anni dalla sua pubblicazione), “Due destini” e “Per me è importante”.

Cosa rappresentano questi cerotti sopra l’anima?
Cerotti è stata una canzone premonitrice perché quando l’abbiamo scritta nessuno poteva immaginare che le notti avrebbero avuto così tanti cerotti per contrastare la solitudine.

La collaborazione con Gazzelle dimostra la tua vicinanza alla nuova scena dell’Indie italiano, un genere di cui i Tiromancino sono un po’ i padri.
Oggi posso dire che questo tipo di indie l’abbiamo inventato noi. Parliamo di una unione tra sonorità non convenzionali e melodie che possono essere cantate da tutti. Tieni conto che agli inizi per le riviste rock di nicchia le nostre canzoni erano melodiche e per il pop ero strano. C’è voluto tanto lavoro e pazienza per arrivare qui oggi. È stato con il disco “La descrizione di un attimo” che abbiamo unito sonorità diverse e melodie che potevano cantare tutti. Quello che ieri era una novità oggi è normale.

A 32 anni dall’esordio, come definisci oggi i Tiromancino?
Se devo cercare una definizione allora direi una realtà musicale che ha sempre cercato nuove soluzioni, ispirazioni. Questo arriva dal fatto che ascolto tanta musica diversa, dal rock al rap, le mie fonti sono così varie che cerco sempre di trovare qualcosa di nuovo. Certo, nasce tutto dalla passione per la musica.

Il tuo è stato un lockdown produttivo: un novo film con i cinema ancora chiusi e un nuovo singolo con i concerti live interdetti in questo momento sono scelte coraggiose. Come vedi la situazione adesso dal tuo punto di vista?
Da un punto di fiera artistico non mi sono mai fermato e ho cercato di non soccombere a questo fermo totale tenendo sempre il cervello in movimento. Certo, la speranza di tornare su un palco è enorme. La musica è fatta di persone fisiche, vibrazioni vere, intrattenere e emozionare. Non vediamo l’ora di tornare alla nostra routine.

Cosa ne pensi del prossimo Festival di Sanremo?
Leggo tante polemiche ma alla fine sarà un intrattenimento per quelli che sono a casa quindi, stando attenti al punto di vista sanitario, avremo un po’ di intrattenimento che ora non basta mai.

Come si concilia la carriera di cantautore con quella di regista?
Sono due cose diverse ma simili. Racconto storie e stati d’animo. Cambia il mezzo espressivo ma non lo stato d’animo.

29 gennaio 2021