Federico Ozanam, modello di “cattolico sociale”

Presentato il libro di Chinnici e Cipriani sul fondatore della Società San Vincenzo De Paoli. Reina: «Ha unito approfondimento scientifico e contatto concreto coi poveri»

Storico, giornalista, impegnato in politica, il beato Federico Ozanam era un laico innamorato dei poveri. Aveva a cuore gli ultimi, quelli di cui nessuno si occupava, tanto da metterli al centro della propria vita. Prima studiando in profondità la piaga sociale della povertà, poi, dopo essersi accorto che non era sufficiente, cercando «un contatto diretto con loro». Perché «è semplice parlare dei poveri a tavolino, altra cosa è toccare con mano, sporcarsi le mani con la povertà. Ozanam ha avuto la capacità di unire l’approfondimento scientifico con il contatto concreto con i poveri». Così il vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina ha sintetizzato la figura del fondatore della Società San Vincenzo De Paoli, morto a Marsiglia a soli 40 anni e beatificato da Giovanni Paolo II il 22 agosto 1997 durante la Giornata mondiale della gioventù di Parigi. L’occasione: la presentazione del libro “Federico Ozanam cattolico sociale”, curato da Giuseppe Chinnici e Roberto Cipriani, edito da Franco Angeli. Martedì 31 ottobre, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, Reina, riflettendo sull’appellativo “cattolico sociale” attribuito ad Ozanam nel volume, si è chiesto se oggi c’è ancora un cattolicesimo sociale. «Parliamo dei poveri mantenendo le distanze – l’impressione del presule -. Così non facciamo né un servizio a loro né rendiamo meritevole la nostra opera. Una distanza forse determinata da un senso di impotenza». La povertà materiale, morale, educativa, quella nelle famiglie e nelle relazioni è palese, ma non sapendo come colmarla «reagiamo mantenendo le distanze, forse perché ci sentiamo più fortunati». L’invito del vescovo è quello di prendere Ozanam come modello, perché ha usato «un altro paradigma: quello del coinvolgimento pieno».

Baldo Reina, presentazione libro su federico ozanam, protomoteca campidoglio, 31 ottobre 2023Ozanam, è stato più volte rimarcato durante la serata moderata dalla giornalista Rai Giuseppina Paterniti, è vissuto nella prima metà dell’Ottocento, eppure, continua a essere una figura attuale e moderna i cui insegnamenti sono da portare avanti. Ci parla della «ragionevolezza della fede e della concretezza dell’impegno – ha osservato Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa -. Una nuova proposta di cattolicesimo incarnata nell’operare per permettere di risemantizzare, cioè di riportare alla loro radice umana, la politica e i valori della rivoluzione francese, libertà, uguaglianza e fraternità, rendendoli valori concreti». Sono numerose le realtà quotidianamente impegnate a interpretare i bisogni dei poveri e a dare risposte, ma questo, per Cristina De Luca, presidente del Centro servizi per il volontariato, «non è più sufficiente». Suggerendo di coinvolgere maggiormente i giovani nel volontariato, ha affermato che oggi «c’è necessità di costruire azioni che non siano più isolate ma che diano risposte più unitarie. L’azione del volontariato deve essere accompagnata da un’azione di sistema se si vuol dare un futuro e un impatto sociale forte all’azione stessa». Anche le grandi imprese sono impegnate nel sostenere i più fragili. Lo ha testimoniato Alessandro Cabella, dell’area manager Italia Cavalieri Hilton. «I pasti non consumati vengono ridistribuiti alle mense della Caritas – ha detto -. Oltre ventimila negli ultimi anni. Quando riammoderniamo gli alberghi doniamo gli arredi a strutture che ne necessitano. Il 19 novembre, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, offriremo il pranzo per 1.300 persone nell’Aula Paolo VI».

“Federico Ozanam cattolico sociale” è un libro che fa «onore a un uomo che in 40 anni è riuscito a realizzare qualcosa di assolutamente straordinario», ha affermato Roberto Cipriani, uno dei due curatori del volume. Quella del beato era «una partecipazione concreta alla povertà, una partecipazione osservante», ha aggiunto ricordando che il beato ripeteva spesso: «Se non andate a casa del povero a mangiare con lui non capirete mai cosa è la povertà». L’altro curatore, Giuseppe Chinnici, è anche presidente della Fondazione Ozanam – San Vincenzo De Paoli, che porta avanti l’opera del beato impegnandosi «ad aiutare le famiglie povere, le ragazze madri, gli ex detenuti, gli anziani in condizioni di povertà e i giovani in difficoltà». Molte le iniziative di solidarietà avviate soprattutto nelle zone più periferiche di Roma grazie alla «creazione di una linea operativa di aiuti concreti composta da 90 volontari che si prodigano nell’assistenza ai poveri. Le famiglie in gravi difficoltà sono circa 126mila e sono state coinvolte alcune aziende per aiutarci a fornire con regolarità gli alimenti indispensabili. Contribuiamo, inoltre, alla mensa della parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina». Obiettivo della Fondazione non è solo quello di portare aiuti concreti ma promuovere anche «la cultura del volontariato fondata sulla carità evangelica. Per questo – ha concluso Chinnici – istituiamo corsi di formazione per operatori qualificati».

2 novembre 2023