Fcei e Proactiva Open Arms insieme per il soccorso ai migranti in mare
Siglato un accordo alla Camera dei deputati un accordo di partenariato in nome del «diritto alla solidarietà». Paolo Naso: «Abbiamo di fronte un enorme battaglia commemorativa da fare»
In nome del «diritto alla solidarietà» e del «dovere del soccorso in mare dei migranti», la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e la ong spagnola Proactiva Open Arms – che dal 2015 opera in mare – hanno siglato ieri, 24 maggio, alla Camera dei deputati, un accordo di partenariato per le missioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Un intesa, spiega Paolo Naso, coordinatore per la Fcei del programma rifugiati e migranti Mediterranean Hope, che prevede una collaborazione operativa su più fronti. «Abbiamo innanzitutto di fronte a noi una enorme battaglia comunicativa da fare. Troppo spesso siamo stati sconfitti da una propaganda falsa, ipocrita e strumentale. Si tratta quindi di promuovere attivamente iniziative di sensibilizzazione su questi temi. Ci sono poi persone della Federazione pronte ad imbarcarsi sugli equipaggi per dare una mano», dichiara. C’è infine il sostegno economico delle Chiese protestanti alle missioni di soccorso in mare svolte dalla ong, alla quale è stata consegnata la prima tranche dei fondi raccolti, messi a disposizione «in tutta trasparenza e provenienti dalle Chiese americane ed europee». In particolare dal Kirchentag, manifestazione che una volta all’anno riunisce tutte le Chiese protestanti di Germania.
Naso spiega con chiarezza che «è la coscienza cristiana che ci muove. In questi mesi abbiamo visto morire migliaia di persone nel Mediterraneo, persone a cui è stato negato un soccorso, persone che sono morte senza che altrove ci fosse la consapevolezza della tragedia che si stava consumando. Firmiamo questo accordo che si richiama alle norme del Mare ma anche all’articolo 10 della Costituzione – le sue parole -. Sono sicuro che questo governo vorrà onorare nella sua interezza questo articolo quando afferma che l’Italia è un Paese che garantisce il diritto all’asilo. È un articolo chiaro, adamantino e per applicarlo nella sua interezza occorre anche attivare dispositivi per il soccorso in mare».
Per il presidente Fcei Luca Negro, l’accordo siglato alla Camera «aggiunge un tassello all’impegno per i migranti che da un decennio vede in prima linea le Chiese protestanti», con l’istituzione di un Osservatorio sulle migrazioni a Lampedusa, di un centro di accoglienza a Scicli e, infine, con l’iniziativa dei corridoi umanitari promossi insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Tavola Valdese. A manifestare preoccupazione per l’idea di riforma del diritto d’asilo contenuta nel “contratto di governo” il deputato di +Europa Riccardo Magi. Presenti anche Luigi Manconi, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), e la pastora Maria Bonafede.
Nel ringraziare le Chiese, Riccardo Gatti, capo missione e comandante Proactiva Open Arms, ha preso il suo smartphone e ha comunicato che, mentre era in corso la conferenza stampa, dal Mediterraneo erano giunte le segnalazioni di due imbarcazioni alla deriva: una barca con 300 persone a bordo e un gommone probabilmente con 100/150 persone a bordo. «Quando ci troviamo soli in mezzo al mare – le parole del comandante – è evidente l’obbligo di soccorso perché se noi non interveniamo, quelle persone muoiono».
25 maggio 2018