Family Act, Palazzo Chigi indica la strada

Sostegno alle famiglie al centro del primo tavolo dell’Agenda 2023 su occupazione e welfare voluta dal premier Conte,ma c’è l’ombra della crisi di governo

In Parlamento c’è di nuovo aria di crisi. Stavolta è la riforma della prescrizione a scatenare più di qualche malumore nella maggioranza di governo. Voce fuori dal coro il partito di Matteo Renzi contrario alla linea Pd, M5s e Leu sulla prescrizione, ma c’è chi sostiene che Italia Viva potrebbe anche arrivare a sfiduciare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Se il governo dovesse andare a casa, ipotesi ventilata da qualche analista, la prescrizione si abbatterebbe ancora una volta sulle speranze delle famiglie che vedrebbero rinviata a data da destinarsi una seria riforma delle politiche che la riguardano. In questo caso, però, c’è un paradosso tutto italiano: se a mettere il bastone tra le ruote del governo ci penserà Italia Viva, portando l’esecutivo al capolinea, sarà una vera e propria zappata sui piedi. Tra le carte che il partito di Renzi si sta giocando, infatti, c’è proprio quella del “Family Act”, presentato dal ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti già dalla Leopolda del 2019. Senza questo governo, però, molto probabilmente sarà tutto da rifare perché, come è noto, sulle politiche di welfare non sempre si raccolgono larghe intese.

È la stessa Bonetti, intanto, ad affermare in un post su Facebook che il Family Act «è uno dei pilastri d’indirizzo dell’agenda di governo». Si tratta di un piano per «rispondere al problema della denatalità – scrive il ministro – e a quella fragilità sociale in cui le famiglie oggi rischiano di trovarsi, con politiche di investimento coerenti e integrate». Una «progettualità organica» che «accanto a misure di investimento anche di carattere economico nelle famiglie, come l’assegno universale», punti ad aiutare i nuclei «con forti iniziative nell’ambito educativo – continua il ministro -, in una riorganizzazione del processo di corresponsabilità genitoriale e nei congedi parentali», promuovendo la «valorizzazione del lavoro femminile e l’armonizzazione tra l’esperienza della maternità e quella lavorativa».

Elena Bonetti, ministro pari opportunità e famigliaLa nota del ministro Bonetti arriva a margine del primo tavolo dell’Agenda 2023 su occupazione e politiche di welfare convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, lunedì 10 febbraio. Tra i presenti, i ministri Catalfo, Bonetti, Spadafora, Bellanova, i sottosegretari Baretta e Puglisi e i parlamentari Matrisciano, Lorefice e Cominardi (M5S), Nannicini (Pd), Boschi e Parente (Iv), Epifani e Laforgia (Leu). Conte ha affermato che il sostegno alla famiglia è una priorità assoluta del governo già per il 2020. Sull’agenda di Palazzo Chigi infatti c’è il riordino e il potenziamento delle misure già esistenti e l’introduzione di nuovi strumenti a sostegno delle famiglie, soprattutto quelle numerose e con redditi bassi. Per questo, il presidente del Consiglio ha sollecitato un approfondimento – già questa settimana – per arrivare a un percorso condiviso che possa mettere insieme sia il ddl Lepri-Delrio – attualmente in commissione Affari sociali alla Camera – sia il progetto proposto dal ministro Bonetti su cui presto arriverà un disegno di legge.

Il braccio di ferro tra Pd e Italia Viva, sul tema, era già in corso e il rinvio dell’esame degli emendamenti al ddl Lepri-Delrio dei giorni scorsi è stato un chiaro segnale che qualcosa stesse per accadere. Il vertice di lunedì 10 febbraio, quindi, ha indicato la strada da seguire e sebbene ci sia l’immancabile lotta per accaparrarsi la paternità di una misura, entrando nel merito le distanze tra Partito democratico e Italia Viva non sembrano poi così incolmabili. Alla base di entrambe le proposte c’è un assegno universale che nel caso del ddl Lepri-Delrio consisterebbe in un importo massimo di 200 euro a figlio fino ai 18 anni, per poi passare a 80 euro fino ai 22. Da quanto si apprende sul Family Act, invece, per il ministro l’assegno unico non basta e si pensa a interventi che riguardino anche il congedo parentale obbligatorio per i papà e i permessi per partecipare ai colloqui scolastici dei figli. Nonostante la paventata crisi di governo, quindi, a Palazzo Chigi si lavora per trovare un’intesa sul tema. «Su sollecitazione del presidente Giuseppe Conte – scrive su Facebook il ministro Bonetti – convocherò, insieme ai ministri Catalfo e Gualtieri, un tavolo di confronto sui contenuti della proposta governativa, per arrivare nel più breve tempo possibile a un’iniziativa definitiva e condivisa da presentare al Parlamento».

Salario minimo e disabilità fra le priorità del Welfare. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo invece mette in cima alla lista dei temi su cui lavorare nei prossimi giorni il salario minimo. Su Facebook, afferma di aver «proposto di avviare degli incontri su 5 argomenti specifici ricevendo l’ok delle altre forze di maggioranza – scrive il ministro Catalfo -. Il primo: salario minimo e rappresentanza sindacale, equo compenso e lavoro autonomo; il secondo: le pensioni; il terzo: occupazione, formazione e ammortizzatori sociali; il quarto: la sicurezza sul lavoro; il quinto: disabilità e non autosufficienza, promosso dal Premier Conte e da me. Ci vedremo già nei prossimi giorni al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con l’obiettivo di trovare, per ogni singolo tema, la migliore soluzione possibile per i cittadini». Tanti fronti da aprire, per quanto riguarda le politiche di welfare, ma per il momento sembra che la prima linea, dove si decideranno le sorti del governo e delle sue future misure a favore delle famiglie italiane, sia altrove. (ga)

12 febbraio 2020