Famiglie, mancano ancora risposte adeguate

Nuovo appello dal presidente nazionale del Forum associazioni familiari. «Assente nel “Dl maggio” l’assegno straordinario per figlio»

In questa “fase 2” appena iniziata, fra tanti dubbi e pochissime certezze, ai tavoli che contano c’è una grande assente: la famiglia. Ironia della sorte, subito dopo l’esplosione dell’emergenza Covid–19, ministri, presidente del Consiglio e istituzioni si sono affrettati a chiedere proprio a mamme, papà, figli, nonni – a reti unificate – sacrifici, rinunce, limitazioni di libertà e assunzioni di responsabilità organizzative, economiche, sociali e logistiche senza precedenti nella storia della Repubblica.

L’attesa, da parte delle famiglie, era che l’esecutivo mostrasse riconoscenza e gratitudine per quanto sopportato per più di due mesi di lockdown. E invece, dati alla mano, non sono ancora state prese in considerazione. A poco sembra essere servito, purtroppo, l’incontro che il sottoscritto ha avuto qualche settimana fa con il presidente Conte e le ministre Bonetti e Catalfo. Nel “Dl maggio” non ci sono risposte adeguate per la conciliazione lavoro–famiglia; non ci sono per la scuola, per il milione di studenti degli istituti paritari, né per i dispositivi necessari per le lezioni a distanza. Non c’è considerazione del numero di figli a carico per il bonus da 600 euro e neppure per il reddito di emergenza.

Manca, più di tutto, l’assegno straordinario per figlio, misura lanciata due anni fa dal Forum delle associazioni familiari e che, se fosse stata realizzata, oggi avrebbe evitato tante preoccupazioni a milioni di genitori.

Nel “Dl maggio”, viceversa, albergano misure incostituzionali e di discriminazione fiscale, che non tengono in alcun conto la capacità contributiva delle famiglie. Su 75 miliardi di euro stanziati a debito dei nostri figli, non si trova un cent messo lì per famiglie con bambini e ragazzi. Com’è possibile? In un momento di enorme difficoltà, in cui i dati Istat confermano un rischio accelerato di cataclisma demografico, con un crollo anticipato delle nascite, forse i 26 milioni di famiglie che hanno tenuto in piedi il Paese andavano ricordati meglio.

È vero, il “grazie” ce lo siamo detti da soli: una grande partecipazione al flash–mob nazionale che abbiamo lanciato. Ma restano gli interrogativi. Le nostre cinque proposte – che non sono, o quasi, state prese in considerazione – erano tutte sostenibili e chiare: istituzione di un assegno per figlio da 200 euro fino ai 18 anni; estensione del congedo parentale e riconoscimento dell’indennità sostitutiva del salario per almeno il 75% con figli sotto i 14 anni; estensione del “bonus vacanze” alle famiglie con più di tre figli; aumento del fondo per le scuole paritarie – attualmente di 500 milioni di euro – e detrazione graduale delle rette per pagamento doppio dei genitori (che pagano le tasse per la scuola statale); previsione di un sistema di convertibilità del bonus baby–sitter in voucher per servizi a domicilio di personale specializzato in aiuto di minori disabili.

Vorremmo ricordare al Governo e a tutte le istituzioni che – come ci disse il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso gennaio in udienza – le famiglie non sono una “parte” sociale, ma rappresentano il Paese. E se potessero scioperare, come possono permettersi altre categorie, forse l’avrebbero già fatto. (Gianluigi De Palo)

11 maggio 2020