Famiglie, l’invito a custodire il «fuoco» della relazione

La serata con il cardinale dedicata a chi opera nella pastorale familiare, l’ultima delle quattro in cattedrale per l'apertura dell'anno. Spazio all'Incontro mondiale di Roma 2021

È racchiusa nel monito biblico “Non temete” la consegna che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha affidato venerdì sera, 20 settembre, ai tanti operatori di pastorale familiare della diocesi, riuniti nella basilica di San Giovanni in Laterano per l’incontro di avvio dell’anno pastorale sull’ascolto della città. «L’alleanza con il Padre – ha detto il porporato – ci invita a non avere paura degli assurdi della vita, che non sempre riusciamo a capire fino in fondo», perciò davanti «a un passato difficile e a un futuro incerto, di fronte alle proposte di Dio che non sempre ci appaiono logiche, siamo chiamati a leggere nel mistero il suo progetto», consegnando a Lui «il nostro dolore, vivendolo con un atteggiamento di serena fiducia», nella certezza che «la valle di lacrime si muterà in sorgente».

 

Guardando in particolare al brano evangelico scelto per la riflessione condivisa, De Donatis ha evidenziato come «l’annunciazione si realizza nell’umile casa di Nazareth, luogo in cui, mediante Maria, si viene iniziati al silenzio, condizione imprescindibile per l’ascolto»; ancora, «la casa di Nazareth è paradigma per ogni famiglia», perché lì prende forma quella di Gesù, che «è unica, particolare, anche complicata e non priva di contraddizioni, proprio come lo è ciascuna famiglia». Per questo «dovremmo ritornare alla scuola di Nazareth – ha auspicato il vicario del Papa – per riconoscere il turbamento di Maria davanti a ciò che le appare assurdo e che anticipa gli eventi incomprensibili che seguiranno»; riconoscendo però anche come «la Pasqua, se è vissuta in unione con Cristo, diventa gravida di gioie e portatrice di salvezza: ecco allora che, come Maria, potremo stare ritti davanti alla croce senza disperazione».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In conclusione, tre linee-guida per accompagnare le famiglie nel percorso di fede: «Custodire il fuoco dell’autentica relazione familiare – ha ammonito De Donatis -; fare spazio per l’altro, perché solo così possono esserci ascolto e accoglienza»; da ultimo, «ricordare che i momenti di crisi vanno accolti non come drammi insolubili ma come parte di un equilibrio dinamico».

A dare voce, «a partire dalle loro esperienze, alle inquietudini, alle preoccupazioni e alle sofferenze di una famiglia come tante», ha spiegato don Dario Criscuoli, direttore del Centro per la pastorale familiare del Vicariato, sono state chiamate due coppie di sposi. Lucia e Alessandro hanno raccontato del dolore «per un amore che non può trovare pieno compimento nel sacramento del matrimonio per un divorzio precedente» ma anche «della compassione, che alleggerisce il cuore dal senso di colpa»,  sperimentata da 5 anni all’interno di un gruppo parrocchiale dedicato. Giulio e Rosa, sposati da 40 anni, invece, hanno letto una lettera scritta a 4 mani per raccontare il loro «momento di deserto e di crisi»: un tradimento e un allontanamento per un’altra donna da parte di lui, che «è stato però anche l’inizio di una vita nuova, mediante la cura di quelle ferite che solo l’affidamento a Dio può sanare».

L’incontro diocesano è stata anche l’occasione per fornire le prime indicazioni agli operatori di pastorale familiare in vista del prossimo Incontro mondiale delle famiglie, che si terrà a Roma dal 23 al 27 giugno 2021. L’evento «prevede tre momenti: la riflessione teologica, la festa con il Papa che si svolgerà probabilmente al Circo Massimo e la Messa in piazza San Pietro», ha illustrato il vescovo Gianrico Ruzza, coordinatore del Servizio diocesano per l’Incontro. «Sarà un’occasione per far incontrare ai pellegrini la ricchezza spirituale di Roma – ha detto il presule – e un’opportunità per la diocesi per ripensare l’azione pastorale in una logica di famiglia». Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, ha annunciato «un format divertente che porteremo nelle parrocchie» non solo «per coinvolgere le famiglie ma anche per raccogliere la disponibilità di tanti volontari e per invitare ad aprire le porte delle proprie case per accogliere le famiglie che arriveranno a Roma».

 

 

 

 

 

23 settembre 2019