Famiglie e istituzioni con i giovani, contro la droga

Nella fascia 15-19 anni, il 33% ha provato sostanze stupefacenti almeno una volta. I dati presentati in un convegno a Palazzo Chigi, nell’ambito della Settimana della famiglia. I pediatri: rischio di deficit cognitivi

Più di un terzo della popolazione italiana, il 33,5% tra i 15 e i 64 anni ha assunto una sostanza illegale nel corso della propria vita. Il 10% lo ha fatto nell’ultimo anno. Anche il 33% degli studenti, circa 800mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni, ha provato sostanze stupefacenti almeno una volta nella vita. Tra le ragazze, le ha assunte il 28%. La cannabis è la droga più consumata. È questa la fotografia scattata dai dati del dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri e presentata in occasione del convegno dal titolo “Il ruolo della famiglia nella prevenzione dell’uso di droghe”, organizzato in collaborazione col Vicariato ieri mattina, lunedì 2 ottobre, a Palazzo Chigi nell’ambito della Settimana della famiglia. «La volontà del governo è quella di concentrarsi sulla prevenzione delle tossicodipendenze – ha annunciato il segretario generale della presidenza del Consiglio Paolo Aquilanti -. In quest’ottica tutte le azioni sono fondamentali, a partire dalla scuola fino al rapporto con le forze di sicurezza nel Paese. Il ruolo della famiglia, però, è primario dal momento che è la prima sede degli affetti, dove i ragazzi si formano». E per darle man forte, ha sottolineato monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare che ha moderato l’incontro, sono nate iniziative come la Settimana della famiglia. «Vogliamo raccontare le sue problematiche con un approccio che tenga insieme istituzioni, famiglie e giovani – ha spiegato -. Rafforzando la famiglia rafforziamo la possibilità di relazioni che sviluppino la personalità dei giovani».

Per realizzare strategie di prevenzione, il dipartimento Politiche antidroga ha avviato collaborazioni con altre istituzioni e il monitoraggio dell’evoluzione del fenomeno. In particolare, «abbiamo sottoscritto un protocollo con il ministero dell’Istruzione per avviare la formazione e l’informazione per studenti, genitori e insegnanti. Un’altra collaborazione con l’Istituto superiore di sanità ci permette di individuare la circolazione di nuove sostanze stupefacenti», ha sottolineato il capo del dipartimento Maria Contento. Il piano di interventi riguarda quattro aree: prevenzione degli incidenti stradale favoriti da alcool e droga (il 60% sono causati da chi ne fa uso), incontri nelle scuole, monitoraggio del web e segnalazioni della diffusione di nuove droghe. Un impegno condotto soprattutto insieme alle forze dell’ordine, che curano gli incontri con gli studenti. «Emerge un dato preoccupante: i ragazzi sanno come comprare online le droghe anche nel deep web, che si rivela molto pericoloso», ha spiegato Giuseppe Cucchiara, direttore per i servizi antidroga del ministero dell’Interno. Ad ascoltarlo in sala c’erano anche alcuni studenti del liceo classico Giulio Cesare.

Rappresentanti dei presidi e dei pediatri, invece, hanno spiegato il ruolo «prezioso» che possono avere entrambe le categorie «alleate delle famiglie», perché «la posta in gioco è alta». «I ragazzi che assumono droghe rischiano deficit cognitivi. Chi ha utilizzato marijuana in maniera massiccia ha perso 8 punti di quoziente intellettivo», hanno spiegato i rappresentanti del ministero della Salute. Tra le conseguenze negative dell’utilizzo continuativo di cannabis nell’adolescenza, anche «il deterioramento della corteccia cerebrale». Ma i pericoli non finiscono qui. Attenzione rivolta alle 650 nuove sostanze stupefacenti che sono state diffuse in Europa dal 2014 a oggi. «Nel 2016 sono state consumate dal 3,5% dei giovani, tra i 15 e i 19 anni, almeno una volta. Alcune sono pericolosissime – ha detto Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale per le dipendenze dell’Istituto superiore di sanità -. Recentemente un ragazzo di 19 anni ha perso la vita per uso di sostanze psicoattive, cinque invece si sono intossicati assumendole in una discoteca di Ibiza. Così abbiamo avviato una rete di collaborazioni con altri Paesi, con le forze dell’ordine e con i presidi di Pronto soccorso per intercettarle». Un problema che preoccupa i genitori. «Abbiamo una grande responsabilità e chiediamo di essere aiutati nel compito educativo – ha ribadito Mariarita Munizzi, presidente del Movimento italiano genitori -. La crisi dei giovani è il riflesso della crisi degli adulti di riferimento. Dove ci sono genitori forti ci sono giovani forti».

3 ottobre 2017