Sono 135 in tutto i rifugiati vulnerabili evacuati dalla Libia nella notte del 16 ottobre dall’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), a motivo della situazione di crescente instabilità che si registra a Tripoli. Molti di loro sono stati trattenuti per diversi mesi nei centri di detenzione del Paese e soffrono gli effetti della malnutrizione e di condizioni di salute precarie. Le persone evacuate sono attualmente ospitate in Niger nell’ambito del Meccanismo di transito di emergenza (Mte) dell’Unhcr, dove resteranno fino all’identificazione di ulteriori soluzioni.

Per il capo missione dell’Unhcr in Libria Roberto Mignone, «queste evacuazioni rappresentano una via di fuga che può salvare e cambiare la vita ai rifugiati intrappolati in centri di detenzione in Libia». Rifugiati e migranti che si trovano in queste strutture «sono spesso trattenuti in condizioni squallide e rischiano di essere venduti ai trafficanti – prosegue -. Ciò dimostra come il reinsediamento possa rappresentare la loro ancora di salvezza». Per completare l’evacuazione lo staff dell’Unhcr ha dovuto affrontare notevoli rischi per la propria sicurezza e restrizioni agli spostamenti, visto l’aumento delle tensioni tra milizie rivali che hanno portato a conflitti a fuoco intermittenti e alla caduta di missili sull’aeroporto di Tripoli.

Le 135 persone coinvolte nell’operazione sono state le prime ad essere evacuate dalla Libia da giugno, a causa del timore che i reinsediamenti in Paesi terzi non riuscissero a tenere il passo con gli arrivi in Niger. La riuscita dell’evacuazione porta a 1.997 il numero totale delle persone evacuate dal Paese da parte dell’Unhcr da quando questa operazione ha avuto inizio, nel dicembre 2017. Nella stessa giornata, 85 rifugiati provenienti dalla Siria, dal Sudan e dall’Eritrea sono partiti da Tripoli con due voli diretti a Timisoara, in Romania, con l’assistenza dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), per poi volare in Norvegia. «La velocità con cui le persone vengono intercettate al largo della costa libica è maggiore rispetto a quella con cui noi possiamo garantirne l’evacuazione – ha rilevato Mignone -. Siamo profondamente grati a tutti coloro che si sono fatti avanti con l’offerta di posti di reinsediamento ma la semplice verità è che sono necessarie più evacuazioni, e più spesso».

19 ottobre 2018