Europei sempre più preoccupati per il costo della vita
Le recenti crisi hanno rafforzato il sostegno dei cittadini all’Ue: per il 72% il proprio Paese ha tratto beneficio dall’esserne membro. Ora si aspettano soluzioni: 1 su 3 è soddisfatto
La preoccupazione maggiore per il 93% dei cittadini europei riguarda il costo della vita. Lo rileva l’ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento Europeo, pubblicato oggi, 12 gennaio. Tuttavia il supporto per l’Unione Europea si conferma alto e i cittadini si aspettano che l’Ue continui a lavorare a possibili soluzioni in grado di mitigare gli effetti della crisi.
In ciascun stato membro, oltre sette intervistati su dieci hanno dichiarato di esser preoccupati del crescente costo della vita. I dati più alti in Grecia (100%), Cipro (99%), Italia e Portogallo (entrambi con una percentuale pari al 98%). L’aumento dei prezzi, compresi quelli dell’energia e dei generi alimentari, è stato avvertito da ognuna delle categorie sociodemografiche, come sesso o età. La seconda preoccupazione più citata (82%) è la minaccia della povertà e dell’esclusione sociale, seguita dal cambiamento climatico e dalla diffusione della guerra in Ucraina ad altri paesi pari al terzo posto con l’81%. In Italia sono il cambiamento climatico e la povertà e esclusione sociale a occupare il secondo posto (entrambe 92%).
I cittadini si aspettano che l’Ue continui a lavorare a possibili soluzioni per mitigare gli effetti aggravanti delle molteplici crisi che hanno colpito il continente. «L’elevato sostegno in favore dell’Unione è determinato dall’esperienza passata – si legge -: negli scorsi anni quest’ultima ha, infatti, dimostrato una notevole capacità di coesione e messo in atto misure efficaci. Tuttavia, al momento i cittadini non si dicono soddisfatti delle misure intraprese, a livello sia nazionale sia europeo. Solo un terzo dei cittadini si dice soddisfatto rispetto a quanto adottato dal proprio governo nazionale e dall’Ue per far fronte al crescente costo della vita».
Per quanto riguarda la situazione finanziaria dei cittadini, l’indagine mostra che le ricadute delle crisi si fanno sempre più sentire. Quasi la metà della popolazione dell’Ue (46%) afferma che il proprio tenore di vita sia già stato ridotto a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19, della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dall’aumento del costo della vita. Un altro 39% non ha ancora visto diminuire il proprio tenore di vita, ma si aspetta che ciò avvenga nell’anno a venire, con prospettive piuttosto negative per il 2023. Un altro indicatore rivelatore dei crescenti problemi economici è l’aumento della quota di cittadini che affrontano difficoltà di pagamento delle bollette “la maggior parte del tempo” o “a volte”, un aumento di nove punti dal 30% al 39% dall’autunno 2021. In Italia questo dato è al 64%.
«Le persone sono comprensibilmente preoccupate per l’aumento del costo della vita, poiché sempre più famiglie stanno lottando per sbarcare il lunario. Ora è il momento per noi di garantire soluzioni per tenere sotto controllo le nostre bollette, respingere l’inflazione e far crescere le nostre economie. Dobbiamo proteggere i più vulnerabili nella nostra società», ha affermato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Le molteplici crisi geopolitiche degli ultimi anni continuano a porre ai cittadini e ai responsabili politici sfide profonde. Con l’inflazione ai massimi da decenni, i cittadini vogliono che il Parlamento europeo si concentri sulla lotta alla povertà e all’esclusione sociale (37%). La salute pubblica rimane rilevante per molti cittadini (34%) – così come l’azione continua contro il cambiamento climatico (31%). Al primo posto anche il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro (31%). In Italia i rispondenti considerano prioritari il supporto alla creazione di nuovi lavori (45%) e alla salute pubblica (42%).
Allo stesso tempo, le recenti crisi, e in particolare la guerra della Russia contro l’Ucraina, stanno rafforzando il sostegno dei cittadini all’Ue: il 62% vede l’adesione all’Unione come una “buona cosa” che rappresenta uno dei risultati più alti mai registrati dal 2007. In Italia questo dato è al 46%. Due terzi dei cittadini europei (66%) considerano importante l’appartenenza del proprio paese all’Ue e il 72% ritiene che il proprio paese abbia beneficiato dall’essere membro dell’Ue (61% per l’Italia). In questo contesto, la “pace” torna nella mente dei cittadini come una delle ragioni fondamentali e fondanti dell’Unione: il 36% degli europei afferma che il contributo dell’Unione europea al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza sono i principali benefici dell’adesione all’Ue, sei punti di aumento rispetto all’autunno 2021. Inoltre, gli europei pensano anche che l’Ue faciliti una migliore cooperazione tra gli Stati membri.
12 gennaio 2023