Europa, nuovi voli per rimpatriare i cittadini europei

Continuano gli sforzi per consentire di tornare a casa ai cittadini bloccati all’estero dall’emergenza coronavirus. La collaborazione dei vertici Ue

In tutto il territorio dell’Unione europea, continuano gli sforzi per aiutare gli Stati membri a far rimpatriare i propri cittadini bloccati all’estero a causa dell’emergenza coronavirus. La Geramania, informa la Commissione europea attraverso una nota, ha organizzato 13 voli per rimpatriare cittadini Ue provenienti da Marocco, Egitto, Filippine, Tunisia e Argentina; il costo dell’operazione è coperto dalla Commissione europea per il 75%. Oltre ai due voli austriaci partiti questa settimana, da quando è iniziata l’emergenza a oggi sono più di mille i cittadini europei che hanno fatto ritorno da Wuhan, Giappone, Oakland e Marocco. Sia l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza Joseph Borrell che Janez Lenarcic, commissario europeo per la Gestione della crisi, si legge ancora nella nota della Commissione, stanno collaborando per organizzare e sostenere gli sforzi per il rimpatrio.

Intanto, per quanto riguarda l’Italia dalla Protezione civile ricordano che i connazionali che rientrano da altri Paesi verranno sottoposti ai controlli aeroportuali previsti e attivati, fin dall’inizio dell’emergenza, grazie al supporto e alla disponibilità del volontariato di protezione civile e del personale sanitario. La polizia di Stato effettuerà i consueti controlli di frontiera agevolando la compilazione dell’autocertificazione per il rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione.

In ottemperanza alle misure vigenti per la mobilità delle persone all’interno del territorio nazionale, «sarà consentito a una sola persona raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o marittimo, per agevolare il rientro verso la residenza o il domicilio del connazionale». Lo spostamento in questione rientrerà tra le fattispecie di “stato di necessità”, che dovrà essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in particolare, il tragitto percorso. Ancora, come previsto dal decreto 120/2020 del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministero della Salute, «i connazionali che rientrano dall’estero, anche in assenza di sintomi riconducibili al Covid-19, dovranno obbligatoriamente comunicare il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale». Saranno inoltre sottoposti alla «sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni».

20 marzo 2020