Europa InCanto, quando i bambini “conquistano” la lirica

Al Teatro Argentina, fino al 24 maggio, le recite de La Cenerentola di Rossini, messa in scena con il contributo di 20mila alunni di 130 scuole

Al Teatro Argentina, fino al 24 maggio, le recite de La Cenerentola di Rossini, messa in scena con il contributo di 20mila alunni di 130 istituti comprensivi

«Una scommessa vinta davvero». Non ha esitazioni il direttore artistico e musicale dell’associazione Europa InCanto Germano Neri: la “sua” Cenerentola di Gioacchino Rossini, in scena fino al 24 maggio al Teatro Argentina, è l’ultima tappa di un percorso iniziato 4 anni fa, dedicato ai bambini e ai ragazzi delle scuole dell’obbligo. I piccoli delle materne insieme agli studenti delle medie, accompagnati nel corso di un intero anno scolastico nella comprensione della lirica in tutte le sue componenti: dalla lingua al canto, dalla musica alla recitazione, alle arti visive. Quindi, al termine del percorso didattico, lo spettacolo finale, che coinvolge circa 60 tra cantanti, musicisti, tecnici, organizzatori. Quasi tutti under 35. E con loro, i bambini, veri protagonisti di questa festa della musica e del teatro, con i costumi e l’attrezzeria scenica realizzati con insegnanti e genitori, «che cantano Rossini e sembra cantino gli One Direction», scherza Neri.

Nella voce del direttore c’è tutto l’entusiasmo per questo percorso iniziato davvero come una scommessa. «Ci rendevamo conto – racconta – di come l’ambito della lirica sembrasse sempre più lontano: qualcosa di altri tempi. In realtà si tratta solo di imparare a conoscerne il linguaggio e comprenderne il significato. Così abbiamo voluto vedere se fornendo loro gli strumenti giusti i ragazzi non potessero tornare ad avvicinarsi a questo mondo». E funziona: i piccoli vengono “catturati” da musica, recitazione, luci, scenografie «in modo fresco, leggero», prosegue Neri: «È incredibile vedere nei loro occhi la magia di un ambiente sconosciuto e fantastico». Prima il Rigoletto, nel 2012-2013, poi Il Barbiere di Siviglia (2013-2014), quindi La Traviata (2014-2015), e quest’anno, appunto, La Cenerentola di Rossini: le classi che aderiscono al progetto ricevono un sussidio didattico curato da Nunzia Nigro, che si è occupata dell’adattamento drammaturgico, con un cd audio e, novità di quest’anno, un dvd interattivo con il karaoke dell’opera. «Arrivano a cantare giocando, quasi senza rendersene conto», osserva Neri. Anche grazie al contributo dei professionisti della musica che durante l’anno curano i seminari nelle scuole, vivendo con i ragazzi questo «grande “gioco” guidato». E chi poi assiste allo spettacolo «ha un riscontro incredibile, quest’anno più che mai, con momenti musicali anche arditi. La regia di Lisa Capaccioli, i costumi di Francesco Morabito: tutto ha contribuito alla realizzazione di uno spettacolo bellissimo, fresco e pieno di energia».

Ventimila, in tutto, i ragazzi partecipanti solo a Roma e provincia, per un totale di 130 istituti comprensivi coinvolti. «La loro emozione è anche la mia», dichiara Marco Orestano Cristarella, uno dei tre Don Magnifico che si alternano nelle recite. «Sentirli cantare l’opera è unico e irripetibile. Ogni recita è diversa, c’è sempre qualcosa di nuovo: un traguardo, anche per la mia crescita artistica». Quest’anno poi, in sinergia con il Piccolo Coro delle Mani Bianche Tommaso Silvestri Magarotto di Roma, tutti i ragazzi hanno imparato a eseguire con la Lingua italiana dei segni il brano iniziale della Cenerentola dando vita, nel corso delle recite, a un Coro di Mani Bianche tra i più grandi al mondo per numero di partecipanti. «È un modo per avvicinare davvero tutti – osserva Cristarella – a questa musica che è all’origine della musica. Questi bambini stupiti e divertiti, con la magia del teatro negli occhi, curiosi di capire come si possa cantare con una voce come la mia senza microfono, possono davvero essere il futuro anche per la nostra cultura, che ha bisogno di rinascere».

Parla di «occasione imperdibile» Augusto Cecilia, docente di musica alla scuola media dell’Istituto Leonardo da Vinci, che ha partecipato allo spettacolo di lunedì 16 maggio. Ai ragazzi, spiega, viene data la possibilità di «fare un lavoro finalizzato alla messa in scena, con professionisti che realizzano uno spettacolo completo, con la musica eseguita dal vivo, i seminari propedeutici, in un teatro come l’Argentina che ha visto come protagonista lo stesso Rossini. È una magia impagabile, appassionante ed emozionante anche per me, immagino per loro». “Loro”, appunto, i ragazzi, «imparano a rendersi conto che accanto alla “loro” musica c’è anche questa – continua Cecilia – e la portano nel cuore. Proprio stamattina sentivo in corridoio alcuni di loro che intonavano una delle arie durante la ricreazione: canticchiavano, mentre andavano in cortile». C’è chi tiene il cd in macchina per ascoltarlo sempre, e chi già sogna lo spettacolo del prossimo anno. Come Iliaria, I E, una delle alunne del professore. «È stato fantastico salire sul palco e sentire solo il rumore del mio cuore – racconta -. Ho provato mille emozioni contemporaneamente e non ho le parole per descriverle». «Davanti a tanta gente – le fa eco Valerio, anche lui in I E – ero davvero emozionato ma mi sono divertito molto». Il ricordo che spicca di più? «Quel lampadario enorme che pendeva dal soffitto».

19 maggio 2016