Europa, gli italiani chiedono più incisività per superare l’emergenza sanitaria

Lo conferma un sondaggio dell’Europarlamento condotto nella seconda metà di giugno. Sollecitati anche maggiori investimenti in ricerca e innovazione

Quasi otto cittadini italiani su dieci (78%) vorrebbero un ruolo più incisivo dell’Ue nella lotta alle conseguenze del Covid-19 (la media europea è del 68%), con maggiori mezzi finanziari per l’Unione, diretti principalmente ad affrontare l’impatto della pandemia sul settore sanitario e sull’economia. Lo rende noto un sondaggio del Parlamento europeo pubblicato ieri, 14 luglio, condotto nella seconda metà di giugno. Oltre a questi due settori, i cittadini italiani chiedono all’Europa di incidere di più sugli investimenti in ricerca e innovazione.

Per il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, «i risultati di questo sondaggio mostrano chiaramente che i cittadini europei si aspettano che l’Unione dia prova di maggiore solidarietà e intraprenda più azioni per favorire la ripresa». Non solo, «riconoscono anche la necessità di un bilancio Ue più ampio per affrontare l’impatto senza precedenti che la pandemia ha avuto sulla nostra economia e società – ancora le parole di Sassoli -. Nel contesto degli attuali negoziati sul bilancio, il Parlamento è al fianco dei cittadini nella loro richiesta di una Unione europea più efficace e ambiziosa».

Cresciuta, in Italia, anche la conoscenza delle misure proposte dall’Ue per combattere le conseguenze della pandemia di Covid-19: quasi nove cittadini italiani su dieci (86%) ne hanno sentito parlare, il 50% degli intervistati sa quali siano le misure in atto e tra questi il 32% si dichiara soddisfatto, con un aumento di 9 punti rispetto al sondaggio precedente. In generale, in Europa, i Paesi più a favore di maggiori competenze dell’Unione sono il Portogallo e il Lussemburgo (entrambi 87%), Cipro (85%), Malta (84%), l’Estonia (81%), l’Irlanda (79%), l’Italia e la Grecia (entrambe 78%), nonché la Romania (77%) e la Spagna (75%). Il 56% degli europei ritiene che l’Unione europea dovrebbe disporre di maggiori mezzi finanziari per riuscire a superare le conseguenze della pandemia.

15 luglio 2020