Eurispes: Italia, «Paese del “ni”»

Presentato il 31° Rapporto Italia. Gian Maria Fara: «La separazione tra Sistema e Paese non è affatto superata e il Paese resta in attesa di capire che cosa intende fare il Sistema per sanare la frattura»

«Il tratto distintivo dell’Italia di questo 2019 sembra consistere nella difficoltà di affermare la propria identità, di sapere scegliere i percorsi ai quali affidare il proprio cammino, di dimostrare la capacità di decidere e di operare per poter stare ai tempi della complessità e della globalizzazione. Il nostro si potrebbe definire “Paese del Ni“, che non riesce mai ad esprimersi in maniera definitiva con un No o con un Sì». Sono le parole del presidente Eurispes Gian Maria Fara, contenute nelle “Considerazioni generali” del 31° Rapporto Italia, presentato questa mattina, 31 gennaio. «Le scelte non sono mai chiare», osserva Fara, e appaiono soggette a continui «cambiamenti o capovolgimenti. Sul piano istituzionale – aggiunge – mai, nella storia recente, si erano potute osservare una tale “capacità di indecisione”, una così grande confusione di ruoli e di responsabilità, una così netta separazione tra dichiarazioni, annunci e fatti».

Fara parla di una nuova patologia che si sta affermando nella società italiana: la «”qualipatia”, ovvero l’avversione ed il rifiuto per tutto ciò che richiama la qualità. Una patologia che archivia l’essere e santifica l’apparire, che esalta il contenitore a discapito del contenuto, che premia l’appartenenza e mortifica la competenza». In sintesi, «la separazione tra Sistema e Paese, che abbiamo descritto nel Rapporto Italia 2018, non sembra affatto superata e il Paese resta in attesa di capire che cosa intende fare il Sistema per sanare la frattura. È caduta la cultura della programmazione. Le grandi questioni che attraversano la vita del Paese sono affrontate con la superficialità e con l’improvvisazione dettate dai tempi della comunicazione – aggiunge -. Ogni argomento, anche se di grande rilevanza, viene affidato ad uno spot, uno slogan, un tweet. Il dibattito pubblico risulta immiserito a causa del declino della cultura dell’ascolto, del rispetto dell’altro da sé e dalla mancanza di una idea di comunità e di un senso stesso dello Stato».

Tra i dati registrati nel rapporto, l’aumento della fiducia nelle istituzioni. In particolare, sottolinea l’Eurispes, l’apprezzamento nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si «”impenna” dal 44,5% al 55,1%», con un raddoppio del consenso da parte degli elettori del Movimento 5 Stelle (dal 30,1% al 59,4%). Cresce anche il gradimento nei confronti del governo di oltre 15 punti rispetto all’anno scorso (36,7%). I consensi nei confronti del Parlamento arrivano al 30,8%, quelli verso la magistratura raggiungono il 46,5%. L’indagine, spiegano i ricercatori, è stata compiuta tra dicembre 2018 e gennaio 2019 e ha analizzato 1.132 questionari somministrati a un campione rappresentativo. Il risultato: un’istantanea che vede gli italiani divisi sulle scelte del governo ma sostanzialmente favorevoli all’Europa, con i consumi mediamente stabili rispetto ai valori dello scorso anno e i conti che tengono, anche se a fatica, e, sul tema del lavoro, un’alta percentuale (45,8%) che vive nell’insicurezza. I più esposti: i giovani tra 18 e 34 anni, che hanno lavorato senza contratto nel 58,6% dei casi per i 18-24enni e nel 34,7% per i 25-34enni.

31 gennaio 2019