Essere mamme in Italia, una sfida per “equilibriste”
Pubblicato il Mothers’ Index di Save the Children. Il Trentino la migliore regione; la Calabria ultima. Al San Giovanni un nuovo spazio “Fiocchi in Ospedale”
Pubblicato il Mothers’ Index di Save the Children. Il Trentino la migliore regione; la Calabria ultima. Al San Giovanni un nuovo spazio “Fiocchi in Ospedale”
A pochi giorni dalla Festa della mamma, Save the Children ha inaugurato oggi, mercoledì 4 maggio, un nuovo spazio del progetto Fiocchi in Ospedale, al San Giovanni – Addolorata. Continua così l’iniziativa a sostegno di mamme e neonati già avviata in 4 strutture ospedaliere a Roma (il Policlinico Gemelli), Milano, Bari e Napoli, attraverso la quale sono state raggiunte dal 2012 oltre 20mila persone tra bambini e famiglie. La strategia è quella dell’intervento precoce per il benessere dei bambini, favorendo l’ascolto dei bisogni, l’accoglienza, e l’accompagnamento, in sinergia con le strutture ospedaliere e il territorio. Per le mamme in condizioni di vulnerabilità economica e sociale il progetto favorisce azioni di sostegno materiale (pannolini, abiti e prodotti per la cura del neonato) mentre nei casi particolarmente critici (mamme sole, giovani, straniere, donne in condizioni di povertà, emergenza abitativa, tossicodipendenze, sfruttamento e abuso) viene attivata una presa in carico coordinata con i servizi territoriali.
Al centro dell’attenzione dell’associazione, dunque, le mamme. In media un po’ più avanti negli anni – 31 e mezzo alla nascita dei figli -, molto raramente teenagers, ma tutte, indistintamente, accomunate da una condizione di svantaggio sociale, professionale ed economico. In una parola, «equilibriste», chiamate a barcamenrasi tra la scelta di essere madri e il carico delle cure familiari, ancora molto sbilanciato sulle loro spalle e reso ancor più gravoso dalla carenza di servizi di sostegno sul territorio. Tutto questo a fronte di un mercato del lavoro che le penalizza a priori in quanto donne e diventa un problema ancora più grande quando arrivano i figli.
È il quadro che emerge dal Mothers’ Index (Indice delle Madri) italiano, redatto da Save the Children, contenuto nel rapporto “Le Equilibriste. Da scommessa a investimento: maternità in Italia”, diffuso oggi: una sorta di classifica delle regioni dove è più facile essere mamme in Italia, strutturato proprio intorno alle tre dimensioni della cura familiare, del lavoro e dei servizi pubblici. L’indice, sviluppato sulla base dell’analogo indice mondiale dell’organizzazione, incrocia in modo ragionato sette tra i principali e più recenti indicatori disponibili per diverse fasce d’età, quali il tasso di fecondità, l’indice di asimmetria nel lavoro familiare, il tasso di occupazione femminile e quello di mancata partecipazione al mercato del lavoro, l’indice di presa in carico degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia e la frequenza della scuola dell’infanzia.
“Amico delle mamme” per eccellenza il Trentino Alto Adige, seguito a ruota da Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Piemonte e dalle altre regioni del nord, chemostrano condizioni più favorevoli alla maternità. Maglia nera alla Calabria, che chiude in ultima posizione la classifica, preceduta di poco da altre regioni del Mezzogiorno. Uno squilibrio territoriale tra nord e sud, confermato anche nel dettaglio di ciascuna dimensione che compone l’indice relativo a cura, lavoro e servizi per l’infanzia.
«Al di là della mappatura regionale sullo stato delle madri, con questo rapporto abbiamo anche cercato di leggere la realtà del nostro Paese dal punto di vista delle mamme», dichiara Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa dell’associazione. Ne viene fuori uno spaccato nel quale «le disparità di genere hanno ancora un impatto negativo decisivo sulla vita delle mamme. Donne che si ritrovano a svolgere, anche loro malgrado – continua Milano -, un ruolo predominante nell’assicurare il benessere di bambini, adulti e anziani, senza alcuna retribuzione, ma pagando, al contrario, e in prima persona, un prezzo molto elevato nel mancato sviluppo personale e professionale». Due, per il direttore dei Progammi Italia-Europa, i piani sui quali intervenire: quello dei servizi e quello del lavoro. «È fondamentale – rileva – rafforzare la rete dei servizi per la prima infanzia, in alcune aree del Paese oggi di fatto inesistente e, allo stesso tempo, occorre favorire e incentivare un cambiamento nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, affinché non penalizzi più, ma anzi valorizzi, le donne che sono mamme e che lavorano». Alcuni segnali «interessanti, anche se ancora limitati», vengono dal settore privato, : «La scelta operata dal 37% delle aziende italiane che hanno flessibilizzato l’orario di lavoro, o il 17,5% che ha attivato asili nido, servizi sociali, di assistenza, ricreativi o di sostegno con benefici riscontrabili su produttività e qualità del lavoro».
La versione integrale del rapporto “Le Equilibriste. Da scommessa a investimento: maternità in Italia” è online sul sito dell’associazione, insieme al video realizzato dall’agenzia Art Attack ADV, con la musica originale di Fabrizio Bondi per raggiungere e fare gli auguri a milioni di mamme che richiano la vita per i propri figli, lottando ogni giorno per vederli crescere e per proteggerli. Perché, come loro, «farebbe di tutto per salvare i bambini».
4 maggio 2016