Esplosione nella metro a San Pietroburgo, la preghiera per le vittime

L’attentato alle 14.45 circa (ora locale) del 3 aprile. 11 i morti e una cinquantina i feriti. La liturgia presieduta dal patriarca Kirill. Tre giorni di lutto

L’attentato alle 14.45 circa (ora locale) del 3 aprile. 11 i morti e una cinquantina i feriti. La liturgia presieduta dal patriarca Kirill. Tre giorni di lutto nazionale

«Un attacco terroristico». Sia gli investigatori sia il primo ministro Dmitrij Medvedev non hanno dubbi: le due esplosioni che ieri, lunedì 3 aprile, hanno colpito la metropolitana di San Pietroburgo – proprio mentre il presidente Putin era in città – sono state causate da due ordigni di fattura artigianale. Verso le 14.30, ora locale, la prima bomba è scoppiata mentre il treno si trovava tra due stazioni, Sennaja Ploščad’ e Tekhnologichesky Institut, sulla linea due: l’ordigno era vicino a una della porte, divelta dall’onda d’urto. Decine le persone colpite dai frammenti metallici. Il macchinista ha comunque proseguito al corsa fino alla stazione successiva, consentendo la fuga a quanti potevano muoversi e uscire. Pochi minuti dopo un altro ordigno nascosto in un estintore veniva trovato in un’altra stazione, dove si scende anche per prendere poi il treno per Mosca. Non è chiaro se la seconda bomba, molto più grande e micidiale della prima, sia stata disinnescata prima dell’esplosione o se invece fosse difettosa. In serata, si contavano 11 morti. Circa 45 i feriti ricoverati in condizioni più o meno gravi. La metropolitana di San Pietroburgo è stata immediatamente chiusa, mentre a Mosca venivano rafforzate le misure di sicurezza.

Ancora da chiarire la matrice dell’atto, anche se l’ipotesi più accreditata al momento è quella di un attentato suicida. Si segue la pista del terrorismo caucasico, legata al panorama internazionale e all’intervento della Russia in Siria, ma è vero anche che l’attentato arriva all’indomani delle manifestazioni dell’opposizione che hanno creato qualche difficoltà al potere. In ogni caso, quello che pare certo è che la Russia di Putin risponderà con fermezza, sia nel Paese che in Siria. Intanto, dalla cattedrale della Trasfigurazione di Cristo Salvatore, a Mosca, si alza la preghiera per le vittime. Alle 10 di questa mattina, 4 aprile, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill presiede una “litania”, un servizio commemorativo, prima della riunione del Consiglio supremo della Chiesa ortodossa russa, che si unisce ai tre giorni di lutto proclamati dalle autorità.

Nel messaggio inviato ieri sera al governatore di San Pietroburgo e Georgy Poltavchenko e al metropolita Varsonofio il patriarca parlava di un «audace crimine» che «non può avere alcuna giustificazione» ed esprimeva la ferma condanna della Chiesa ortodossa russa verso «l’azione aggressiva contro i civili», invitando la società «a opporsi a ogni manifestazione di violenza». Ancora, il patriarca assicurava «preghiere al Dio creatore per la guarigione rapida dei feriti e il riposo delle anime dei defunti». Anche il metropolita ortodosso di San Pietroburgo Varsonofij ha subito espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime delle esplosioni della metropolitana, mentre l’arciprete Nikolay Bryndin, capo del dipartimento ortodosso per la carità e il servizio sociale della diocesi, ha reso noto di aver attivato un collegamento operativo con i servizi di emergenza della città di San Pietroburgo e della regione di Leningrado per seguire i feriti e le vittime delle esplosioni nelle due stazioni della metropolitana. «Sulla base delle informazioni che giungeranno sugli ospedali in cui i feriti vengono portati, sarà inviato qualche esponente del clero per fornire sostegno spirituale ai feriti e ai familiari delle vittime», si legge in una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, poche ore dopo le esplosioni. La metropolia annuncia inoltre che «saranno messi in campo tutti gli aiuti spirituali e, se necessario, anche materiali» alle famiglie dei feriti e dei morti. anche il sito di informazione cattolica Gaudete.ru invita «tutti a pregare per le vittime e i loro familiari, ma anche per la pace e la serenità nella città sulla Neva e nel nostro Paese».

A dare voce al dolore dell’Europa, da Strasburgo, in apertura di sessione plenaria dell’assemblea Ue, il presidente Antonio Tajani, che ha espresso «a nome del Parlamento europeo cordoglio e solidarietà con il popolo russo e con la città di San Pietroburgo per l’attentato odierno», ribadendo poi l’unità di intenti «contro tutte le forme del terrorismo».  Il presidente Usa Donald Trump invece ha telefonato al premier Putin, offrendo le condoglianze alle famiglie delle vittime dell’attentato e «pieno sostegno degli Stati Uniti nel rispondere all’attacco e nel portare avanti tutte le azioni per fare giustizia e punire i responsabili».

4 aprile 2017