Esplosione nel deposito Eni di Calenzano: 4 i morti
L’incidente nella mattina del 9 dicembre. La nuvola di fumo visibile da tutta la città. L’arcivescovo di Firenze Gambelli: «Vicini alla comunità che piange per queste vite spezzate». Lo sgomento dei sindacati: «Guerra silenziosa che sembra non finire mai»
È salito a 4 il numero dei morti nell’esplosione di ieri mattina, 9 dicembre, nel deposito Eni di Calenzano (Firenze). Oltre alle due vittime immediatamente rinvenute, infatti, sono stati ritrovati i corpi di due dei tre dispersi. 9 i feriti. Immediatamente attivata dalla prefettura il Centro coordinamento soccorsi, previsto nel caso di eventi che riguardino industrie a rischio. Mezzi dei vigili del fuoco e ambulanze si sono mobilitate anche dai Comuni vicini.
L’esplosione, avvenuta alle 10.20, è stata sentita fino a Firenze. Subito dopo si è innescato un incendio – rapidamente domato dai Vigili del fuoco -, con una lunga colonna di fumo nero, anche questa visibile da tutta la città. Il Dipartimento della protezione civile ha attivato It alert per un raggio di 5 km dalla zona di esplosione «con cui si chiede di tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona» mentre il comune di Calenzano ha invitato la popolazione a non avvicinarsi all’area interessata. Interrotta, per alcune ore anche la circolazione dei treni regionali e chiusa per circa due ore l’uscita dell’A1 di Calenzano. Sul posto è stato attivato anche un posto medico avanzato della Protezione civile della Città metropolitana.
Solidarietà e vicinanza in un messaggio dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli. «Insieme a tutta la Chiesa fiorentina, prego per le vittime di questo grave incidente, per i feriti, per le famiglie di tutti coloro che sono stati coinvolti nell’esplosione – le parole del presule -. Siamo vicini alla comunità di Calenzano che insieme piange per queste vite spezzate e per la pena dei loro cari. Affidiamo al Signore chi ha perso la vita e lo invochiamo perché doni guarigione a chi è rimasto ferito, consoli e sostenga quanti sono nel dolore. Il pensiero e la gratitudine vanno poi ai soccorritori che si stanno prodigando per salvare le persone e portare aiuto».
Per questa mattina, intanto, è stato proclamato da Fim Fiom Uilm di Livorno e dal Coordinamento Rsu delle ditte dell’indotto Eni uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno. Almeno 500 lavoratori dalle 8.30 si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della raffineria Eni. «Lo sgomento – affermano dai sindacati – è per quei lavoratori e per le loro famiglie: questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. Fa rabbia, perché non si può morire lavorando».
10 dicembre 2024