Esplosa la centrale idroelettrica di Suviana, nel Bolognese

Il bilancio, al momento, è di 3 morti, 5 feriti e 4 dispersi. Notaro (vigili del fuoco): «Speriamo di riuscire a trovarli». Cordoglio e preghiera della Chiesa di Bologna. La vicinanza delle istituzioni

Ancora si cercano i 4 dispersi. Le vittime al momento sono 3; 5 i feriti. È il bilancio della tragedia di ieri pomeriggio, 9 aprile, nell’Appennino bolognese, dove, tra le 14.30 e le 15, una turbina è esplosa in una delle due centrali idroelettriche Enel che regolano il bacino artificiale di Suviana di Camugnano, in provincia di Bologna, al piano -8, causando prima un incendio e poi l’allagamento del nono piano sotto lo zero, con il crollo di un solaio.

L’esplosione e il successivo crollo hanno travolto almeno 12 tecnici, tutti di ditte esterne – uno era un ex dipendente Enel impiegato come consulente per queste società -, che lavoravano alla messa in opera di adeguamenti della centrale. In tre, all’ottavo piano, sono morti sul colpo. I corpi sono stati già identificati; hanno tra i 35 e i 73 anni. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa. Dal momento dell’esplosione sono intervenute dodici squadre dei vigili del fuoco, di cui due di sommozzatori. A queste si aggiungono due squadre specializzate nella ricerca sotto le macerie, con il compito di operare fino a 40 metri sottoterra, su 70 di profondità della centrale, per recuperare i dispersi.

Alla loro ricerca si è lavorato tutta la notte. Lo conferma al Sir il comandante regionale dei vigili del fuoco Francesco Notaro. «Nei piani in cui si cercano – riferisce – sta lavorando il personale Usar (Urban search and rescue) così come i nostri sommozzatori. La zona è più accessibile perché i fumi non ci sono più e le polveri sono state depositate. Speriamo di riuscire a trovarli, non sarà facilissimo con tanti detriti. L’esplosione è stata molto importante».

Intanto dal cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e da tutta la Chiesa locale arrivano espressioni di «vicinanza e cordoglio» alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità di Camugnano, nel cui territorio si trova la centrale esplosa, insieme alla disponibilità per fare fronte a qualsiasi tipo di necessità. Nelle parole del sindaco di Bologna Matteo Lepore, quella di ieri pomeriggio «rischia di essere una delle tragedie sul lavoro più gravi della storia recente del nostro Paese». La struttura coinvolta nell’incidente infatti è una delle quattro centrali idroelettriche di un sistema di laghi che coinvolge, oltre a quello di Suviana, il Brasimone, Santa Maria e Pavana. Un nodo strategico per la rete nazionale, da cui, ad esempio, partì l’input per riattivare l’elettricità in tutta Italia dopo il blackout del 2003, raccontano dal territorio.

A esprimere cordoglio al governatore Stefano Bonaccini anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Adesso è il momento dei soccorsi poi però pretendiamo di sapere le cause, cosa è successo: davvero non è tollerabile che si possa morire così sul lavoro», sono le parole di Bonaccini. La premier Giorgia Meloni ha espresso «tutta la mia vicinanza e quella del governo ai familiari delle vittime e ai feriti rimasti coinvolti». Sul posto sono arrivati anche il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami e l’amministratore delegato di Enel Green Power Salvatore Bernabei, «per seguire di persona l’evolversi della situazione», ha spiegato.

Intanto l’azienda del gruppo Enel che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili ha riferito in una nota che «sta collaborando con tutte le autorità competenti ed esprime cordoglio e vicinanza al personale coinvolto e alle famiglie, che rappresentano la priorità per l’azienda». Restano comunque da chiarire ancora  molti aspetti della dinamica dell’esplosione.

10 aprile 2024