Esorcismo, al primo posto il ministero dell’ascolto

Padre Talmelli: accompagnamento in vista del discernimento. Un corso di formazione per preti: «Il nostro servizio è accogliere». Ogni anno in Italia oltre 500mila persone chiedono di essere liberate dal demonio

«L’esperienza ci ha insegnato che, affievolendosi l’idea malsana che la psicoanalisi avrebbe risolto tutti i problemi dell’uomo, c’è indubbiamente un ritorno di tante persone che chiedono alla Chiesa conforto e liberazione». Padre Raffaele Talmelli, sacerdote, membro del ramo monastico della congregazione dei Servi del Paraclito, svolge il ministero di esorcista nella diocesi di Siena. È stato lui a tenere, a fine giugno, un corso di formazione a una decina di sacerdoti che la diocesi di Roma ha incaricato di un particolare servizio di primo ascolto. Questi preti, coordinati dall’Ufficio liturgico del Vicariato (i loro contatti saranno spediti via mail ai parroci nei prossimi giorni), avranno il compito di «discernere» e «rettamente distinguere » i casi prima di affidarli a un esorcista.

Si stima che in Italia siano più di 500mila le persone che, ogni anno, chiedono di essere liberate dal demonio. «La stragrande maggioranza di queste situazioni – sottolinea Talmelli – non ha niente a che vedere con una reale possessione. È indubbio che tante persone deluse o spaventate dai cammini psicologici ci chiedono aiuto». E il servizio che la diocesi di Roma mette in campo va proprio in questa direzione: «Dedicare tempo al fedele che desidera esporre i suoi problemi. La Chiesa offre un servizio anti-diabolico deputando sacerdoti al ministero dell’ascolto», ma qui ci si ferma un gradino prima; si tratta di «carità offerta da un ascolto paziente» con il risultato, non secondario, di evitare di impiegare gli esorcisti in casi che possono, anzi, devono essere risolti tramite un buon consiglio, la disponibilità, il farsi prossimi a chi soffre.

Per definire una reale possessione, aggiunge padre Talmelli, che è anche medico specializzato in Psichiatria, «l’insegnamento della Chiesa richiede, da sempre, indizi di straordinarietà che non possono essere attribuiti a cause mediche». In un certo senso, «si potrebbe dire: “Date a Dio quello che è di Dio e a Ippocrate quello che è di Ippocrate». Da qui il prezioso ruolo di coloro che sono chiamati ad ascoltare i dolori e le fragilità dei fedeli, attraverso un «accompagnamento che aiuti a discernere i mezzi appropriati per affrontare i mali». Il suggerimento ai sacerdoti del primo ascolto, la cui risposta convinta a questa iniziativa è stata apprezzata dal vescovo ausiliare Daniele Libanori, è sempre quello di «non abbandonare il fedele», anche quando ci si rende conto che gli strumenti più appropriati per aiutarlo potrebbero essere di natura medica. «Dobbiamo far percepire anche il sostegno della preghiera che “precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni”».

Consigli preziosi che i padri Miguel Angel Llamas e Piotr Sulkowski, due dei sacerdoti del primo ascolto, hanno già messo in pratica. Per lo spagnolo, Legionario di Cristo, quando è possibile «è importante puntare sui gruppi di preghiera. Il nostro compito è quello di offrire un’alternativa, rimettere il Vangelo al centro della vita di queste persone, molte volte confuse dal dolore che hanno provato nella vita, o addirittura in evidenti difficoltà psichiche». Padre Piotr, parroco a San Gioacchino ai Prati, ha già incontrato oltre 50 persone: «Di queste solo in due casi ho avuto il dubbio che potessero avere bisogno di un esorcista». Sono persone «in stato di disagio, che hanno subito ingiustizie; hanno storie da straziare il cuore». Quando le incontra, il redentorista polacco ripete a se stesso cinque parole imprescindibili: «Accogliere, ascoltare, consolare, benedire, accompagnare: questo è il nostro servizio».

9 luglio 2018