Ermanno Olmi dedica un film al cardinale Martini

Il titolo è «Vedete, sono uno di voi», prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà e Rai Cinema. Il regista: «Ha cercato sempre di comprendere la realtà»

Il titolo è «Vedete, sono uno di voi», prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà e Rai Cinema. Il regista: «Il cardinale ha cercato sempre di comprendere la realtà» 

Dalla nascita a Torino all’entrata in noviziato a dieci anni e l’amore per lo studio. Il documentario dedicato alla memoria di Carlo Maria Martini diretto da Ermanno Olmi avrà come titolo “Vedete, sono uno di voi”. Prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà e Rai Cinema, il film mostrerà le immagini di un Martini giovane, durante gli anni della guerra e della ricostruzione: «In quegli anni c’era molta teologia politica», ricorda la voce narrante che dà la voce alle memorie di Martini. Riferendosi agli anni ’50 a Roma, continua: «La domenica andavamo a predicare nelle borgate. E così iniziai a conoscere le periferie e anche la gente molto buona che ci viveva».

Nei decenni della maturità, quando era docente e rettore, l’incontro con l’arcivescovo polacco Karol Wojtyla rappresenta una pietra miliare. La stesso Wojtyla, una volta divenuto Papa Giovanni Paolo II, lo nominò arcivescovo di Milano. «Agli inizi – racconta lo stesso cardinale in un’intervista televisiva inserita nel documentario di Olmi – non sapevo come si scrivesse una lettera pastorale. Poi ho pensato a un tema, in una città frenetica come Milano, e imparare a mettersi in silenzio per ascoltare la parola». Negli anni ’70 e ’80, la «benedetta, maledetta città», cambia, «infestata da tre pestilenze: corruzione, solitudine e violenza».

Sono gli anni di piombo. Ai funerali del giornalista Walter Tobagi, il cardinale invoca: «Basta, è ora di cambiare». Intanto i suoi incontri con i detenuti di San Vittore continuano per cercare di capire le ragioni di chi spara mentre chi comanda la finanza lo critica. Infine in vecchiaia, trasferito a Gerusalemme, pensa al termine della vita: «La morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio». Il film si conclude con la benedizione del cardinale alla sua ex diocesi, una volta tornato a Gallarate, dove è morto nel 2012.

«Non mi ha stupito che all’inizio Martini non sollevasse tanta simpatia. La prima volta che lo incontrai, appena nominato arcivescovo, mi mise in imbarazzo perché anche con me, che ero l’ultimo degli ultimi a Rai 1, fosse così ben disposto all’ascolto». Lo ha detto Ermanno Olmi, regista, durante la conferenza stampa a Milano dove è stato proiettato per la stampa il film. «Martini – ha proseguito Olmi – ha sempre fatto qualcosa per la conoscenza della realtà».

«Sono ancora stupito, quando lo ricordo, che negli incontri insieme avesse delle reazioni fanciullesche. Come quella volta che reagì con grande sorpresa quando gli dissi che stavo girando un film in cui l’agonia del personaggio, Giovanni De’ Medici, durasse 40 minuti». Olmi ha spiegato il perché abbia scelto di dare lui stesso voce alla narrazione del film: «Faccio da speaker a me stesso – ha rivelato – perché voglio parlarvi direttamente senza un mediatore. Con la mia povertà culturale ma da onesto e umile. C’è molto di me in questo film – ha aggiunto – perché ogni giorno di lavorazione mi sentivo come fossi un debitore di una chiamata».

13 febbraio 2017