Epilessia, i medici del Bambino Gesù formano insegnanti e adolescenti

Lunedì 11 febbraio la IV edizione dell’iniziativa “La scuola non ha paura delle crisi”. A oggi, oltre 1.300 le persone formate, tra docenti, operatori e studenti. Secondo i dati, il 30% delle crisi si manifesta in classe

Oltre 1.300 insegnanti, operatori scolastici e studenti formati. Più di 100 scuole di Roma e provincia preparate ad affrontate e a gestire in classe le crisi convulsive. Sono i numeri de “La scuola non ha paura delle crisi”, progetto di formazione promosso dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù nell’ambito delle iniziative coordinate in Italia dalla Lega italiana contro l’epilessia (Lice) per la Giornata mondiale dell’epilessia, che si celebra ogni secondo lunedì di febbraio. L’iniziativa prevede un appuntamento formativo annuale nell’Auditorium di Roma San Paolo e una serie di lezioni interattive negli istituti scolastici che aderiscono all’iniziativa.  Grazie al lavoro svolto dall’avvio del progetto, informano dall’ospedale, sono state 17 le crisi epilettiche gestite in classe ricorrendo alle corrette manovre di assistenza.

Per l’edizione 2019 l’incontro tra medici e insegnanti è in programma per lunedì 11 febbraio nell’Auditorium della sede San Paolo del Bambino Gesù, in viale Baldelli. Circa 250 persone, tra operatori scolastici e adolescenti, parteciperanno ai due incontri in programma alle 10.30 e alle 15. Personale specializzato dell’ospedale pediatrico insegnerà loro a gestire gli attacchi epilettici in classe con l’ausilio di video tutorial, esempi pratici, strumenti tecnici e teoria, con particolare attenzione alla corretta e tempestiva modalità di somministrazione dei farmaci durante una crisi.

Secondo dati recenti, circa il 30% delle crisi epilettiche si manifesta in classe e il 40% delle chiamate ai numeri di emergenza 112 e 118 che partono dalle scuole è proprio per casi di crisi epilettica. Il progetto del Bambino Gesù è stato ideato per insegnare a gestire le crisi in sicurezza, riducendo gli accessi impropri al Pronto soccorso. Il 90% delle crisi, spiegano gli esperti, dura meno di 2 minuti; in alcuni casi gli episodi possono durare di più e rendere necessaria un’assistenza d’urgenza, anche con il ricovero in terapia intensiva. La somministrazione corretta e tempestiva dei farmaci specifici interrompe la crisi e può evitare gravi conseguenze per il paziente.

Dal monitoraggio delle scuole formate nelle tre precedenti edizioni è emerso che il  46% degli insegnanti ha uno studente con epilessia in classe; più di 1 istituto su 3 (37%) ha avuto a che fare con almeno un episodio di crisi epilettica; dopo la formazione è raddoppiato il senso di sicurezza e quindi la disponibilità a somministrare i farmaci d’urgenza ai bambini e ragazzi in preda alle convulsioni e il 100% delle crisi (17 in totale) è stato gestito in classe dal personale formato, che ha messo in atto le corrette manovre di assistenza, evitando, così, ospedalizzazioni inappropriate. Per la gravità della situazione, il ricovero si è reso necessario solo in 2 casi.

«È scientificamente dimostrato che educare la scuola alla gestione dei bambini e dei ragazzi affetti da epilessia ne favorisce l’inserimento in classe, migliora la loro qualità di vita e riduce sensibilmente gli accessi non necessari al pronto soccorso – afferma Federico Vigevano, direttore del dipartimento di Neuroscienze e neuroriabilitazione del Bambino Gesù -. Questi giovani sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro vita. È per questo che discriminazione ed emarginazione vanno combattute con ogni iniziativa di informazione, formazione e sensibilizzazione possibile». Anche perché i più colpiti dall’epilessia sono proprio i bambini: nei due terzi dei casi infatti la malattia si manifesta prima della pubertà. Il 30% di tutte le epilessie è resistente ai farmaci: di queste solo il 10-15% può essere trattata con la chirurgia e prima si interviene più alta è la possibilità di guarigione.

L’epilessia, spiegano dal Bambino Gesù, «è una malattia neurologica dovuta sia a una predisposizione genetica sia a lesioni cerebrali e interessa mediamente l’1% della popolazione. Si manifesta con crisi di vario tipo nei primi anni di vita (entro i 12 anni nel 70% dei casi) con conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio e ricadute sul piano sociale. Un terzo dei pazienti resiste al trattamento con i farmaci e di questi il 10-15% presenta una lesione cerebrale operabile». Oltre 600 i ricoveri effettuati ogni anno per epilessia all’ospedale pediatrico della Santa Sede.

8 febbraio 2019