Epatite acuta pediatrica: secondo caso nel Lazio

I pediatri: «Attivata la rete di sorveglianza nazionale». L’assessore D’Amato (Sanità): «Nessun allarme ma rimane alto il livello di attenzione del Sistema regionale di sorveglianza»

Segnalato oggi, 26 aprile, dal Servizio regionale delle sorveglianze delle malattie infettive (Seresmi) del Lazio un nuovo caso di sospetta epatite acuta ad eziologia sconosciuta in una bambina di 8 mesi, ora ricoverata in buone condizioni generali. «È in corso un approfondimento dell’indagine epidemiologica», informa l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, che aggiunge: «Nessun allarmismo, ma rimane alto il livello di attenzione del Seresmi. Si tratta del secondo caso autoctono nella nostra regione».

Intanto, «la Pediatria di famiglia ha dato immediata disponibilità, attivando una rete di sorveglianza sul territorio nazionale per i casi di epatite che si dovessero verificare», riferisce  Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), dopo l’incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza. Sul tavolo anche il proseguimento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. «Il ministro – ancora le parole di D’Avino – ci ha chiesto di rafforzare l’impegno nell’attività vaccinale, in particolare contro il Covid, alla luce della ripresa dell’epidemia in alcune aree della Cina, costrette al lockdown. Fimp invierà oggi le indicazioni del ministero, perché si attivi uno stato di massima attenzione sul rischio della malattia», aggiunge.

Escluso, nell’analisi del presidente Fimp, un legame tra il vaccino e le epatiti acute nei bambini, dato che per le fasce d’età in cui i casi si sono verificati il vaccino anti Covid non è disponibile. «Escluso anche un legame con il Sars-Cov-2, salvo cross-reattività o una concomitante infezione». L’ipotesi «più verosimile», ha commentato a Radio InBlu2000 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, sembra essere «l’adenovirus, che in genere non provoca epatiti ma, in concomitanza con un’altra infezione o altri fattori, può causare un danno epatico. Nella maggioranza dei casi  – ha proseguito – è stata identificata positività all’adenovirus. Ma non basta a stabilire una relazione».

In Italia, rende noto il sottosegretario, «abbiamo una decina di segnalazioni, un trapianto è stato fatto e tre casi sono confermati ma attenzione a pensare che ogni caso di epatite in bimbi sia di origine sconosciuta, perché, anche se rara, questa malattia c’era anche prima. I casi sospetti di epatiti acute saranno probabilmente sovrastimate rispetto ai reali – ha concluso -. Attenzione quindi al fiorire di segnalazioni: molte andranno poi tolte dal computo finale».

26 aprile 2022