Emergenza sanitaria, il governo stanzia 25 miliardi

L’annuncio del premier Conte: la decisione del Consiglio dei ministri per fare fronte alle «difficoltà che il Paese sta affrontando». Soddisfazione per la risposta dell’Ue

Il Consiglio dei ministri ha portato a 25 miliardi di euro lo stanziamento per far fronte alla situazione straordinaria che sta vivendo il Paese, in termini di saldo netto da finanziare, che diventano 20 miliardi in termini di indebitamento netto: si tratta delll’1,1 per cento del prodotto interno lordo tricolore. Lo ha annunciato questa mattina, 11 marzo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

L’Italia aveva inizialmente fatto richiesta di innalzare il deficit di 6,3 miliardi, su interventi complessivi per 7,5 miliardi. Si tratta, ha spiegato il premier, «di 25 miliardi di disponibilità finanziaria, da non utilizzare subito ma da poter utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà che stiamo affrontando per questa emergenza che è sia sanitaria sia economica e ha un importante impatto sociale». Ancora, il presidente del Consiglio si è detto «lieto del clima che si sta definendo a livello europeo»: ieri, ha riferito, «c’è stata molta attenzione rispetto alla situazione che stiamo vivendo nella consapevolezza che è un’emergenza che coinvolgerà ragionevolmente e prevedibilmente tutto il continente europeo. Ci sono state grandi aperture sulle nostre richieste». Il premier ha annunciato anche che nel pomeriggio «avrò una videoconferenza con la presidente Ursula von der Leyen che voglio ringraziare perché si era detta disponibile a venire in Italia ma le ho detto che in questo momento dobbiamo lavorare nel modo più rapido possibile».

A entrare nel merito, il ministro Gualtieri, che ha spiegato che probabilmente la metà delle risorse verrà impiegata subito, l’altra metà andrà a supporto degli interventi da definire. «Chiediamo l’autorizzazione al Parlamento per utilizzare fino alla cifra di 25 miliardi – ha spiegato -, poi il livello di deficit verrà definito in un secondo momento», anche alla luce degli impegni dell’Unione europea e di possibili risorse comuni che possano alleggerire l’impatto sul bilancio dello Stato, che «è comunque in grado di sostenere questo sforzo». Queste risorse, ha Gualtieri, «verranno utilizzate in parte nel primo decreto che stiamo preparando e che contiamo di approvare in settimana, probabilmente venerdì, e che dovrebbe avere a disposizione grosso modo risorse per 12 miliardi» mentre «le altre costituiscono uno stanziamento, una riserva per possibili futuri interventi da realizzare anche in un quadro europeo». Prevista anche misure di «sostegno al lavoro», perché «nessuno perderà il lavoro per il coronavirus»; di «sostegno alla liquidità delle famiglie e delle imprese»; ancora, «interventi sulle scadenze fiscali anche in preparazione di meccanismi di parziale ristoro per territori e imprese più colpiti».

Sulle norme in fase di elaborazione a tutela di imprese, lavoratori e famiglie italiane è intervenuta anche il ministro Catalfo. Si va «dalla previsione dell’allargamento degli ammortizzatori sociali già esistenti alla possibilità di utilizzo del fondo di integrazione salariale anche per le aziende che vanno dai 5 ai 15 dipendenti», oltre «a una cassa in deroga speciale che vada a tutelare, con uno stanziamento importante di risorse, tutti lavoratori indipendentemente dal settore a cui appartengono su tutto il territorio nazionale». Le norme, ha proseguito il ministro, «verranno correlate anche da norme per la famiglia con una previsione di congedo parentale speciale per tutte le famiglie italiane e, in alternativa, la possibilità di utilizzare un voucher babysitter». Inoltre, «si prevederanno delle norme speciali per stagionali e autonomi anche con previsione di sospensione dei versamenti di contributi previdenziali e assistenziali in modo da tutelare tutti i settori che sono stati colpiti e vengono colpiti dall’emergenza».

Interpellato dai giornalisti sulla richiesta di Lombardia e Veneto di precedere a una serrata ulteriore nei loro territori, il premier ha spiegato che ha dato mandato al ministro della Salute Speranza di contattare i governatori e avere una formale richiesta in tal senso. «Non c’è nessuna chiusura verso misure più restrittive da parte del governo – ha dichiarato -, fermo restando che abbiamo già adottato un decreto che ha introdotto un regime esteso a tutta la penisola. Ma seguiamo il contagio e siamo disponibili a valutare le richieste che dovessero venire dalla Lombardia e da altre Regioni». Quindi un nuovo invito a procedere «con grande attenzione e responsabilità», con l’obiettivo primario di «tutelare la salute dei cittadini».

11 marzo 2020