Emergenza sanitaria, Caritas italiana: «Proseguire le attività con prudenza»

La lettera inviata da presidente e direttore ai delegati regionali, ai direttori della Caritas diocesane e agli operatori: «Non può venire meno la carità»

«A tutti, nella consapevolezza della delicatezza e della gravità della crisi che ci ha sorpreso, è chiesta responsabilità e solidarietà e di assumere con serietà le limitazioni e i sacrifici necessari». Ma «se la dimensione della Parola, quella dei sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della carità». Porta la data di ieri, 9 marzo, la lettera inviata ai delegati regionali, ai direttori delle Caritas diocesane e agli operatori da monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli e da don Francesco Soddu, rispettivamente presidente e direttore di Caritas italiana.

Le comunità cristiane, si legge nel testo, «accettano con spirito di lealtà e di collaborazione quanto chiesto dalle autorità competenti per affrontare nel migliore dei modi l’epidemia e limitare il contagio, anche se ciò le priva di qualcosa di importante per loro come la celebrazione dell’Eucaristia, la possibilità di pregare insieme, le attività di evangelizzazione e di catechesi, i momenti di incontro». L’invito è a proseguire nelle attività caritative «con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri ad inutili rischi. Non possono venire meno i servizi essenziali a favore dei poveri – sottolineano i vertici Caritas – quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto, eccetera, che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente».

Allo stesso modo, non possono essere trascurati «i “nuovi” bisognosi di oggi e inevitabilmente di domani, gli anziani spesso soli con le loro paure, le famiglie che si devono far carico dei figli che non possono frequentare le scuole, i lavoratori lasciati a casa con preoccupanti prospettive per il futuro, i rifugiati, i detenuti, gli ammalati (anche di altre malattie), ecc.». L’auspicio espresso da presidente e direttore Caritas è che «con il vostro impegno e la vostra testimonianza, altre persone, vincendo comprensibili paure, si sentano impegnate a collaborare con voi o comunque a vivere una reale attenzione a chi è nel bisogno».

10 marzo 2020