Emergenza profughi, Caritas: 700mila gli arrivi in Europa

I dati nell’incontro sull’accoglienza organizzato a Roma, con 230 partecipanti da tutte le diocesi. La maggior parte dei flussi sulla rotta balcanica

I dati nell’incontro sull’accoglienza organizzato a Roma. 230 i partecipanti da tutte le diocesi. La maggior parte dei flussi sulla rotta balcanica

Sono 700mila i profughi arrivati in Europa dall’inizio del 2015. Di questi, in 550mila sono sbarcati in Grecia dalla vicina Turchia, prediligendo l’attraversamento di 3 chilometri di mare alla ben più pericolosa traversata del Mediterraneo dalla Libia. Se ne è parlato ieri, martedì 27 ottobre, nell’incontro sull’ermegenza profughi e l’accoglienza in Italia organizzato a Roma da Caritas italiana, alla presenza di 230 delegati da tutte le diocesi.

Siriani di ceto medio, in fuga dalla guerra, diretti versa la Germania, dove si stimano per il 2015 1 milione e mezzo di arrivi. Sono per lo più loro a transitare in Grecisa, dove in media nel solo mese di ottobre sono entrate 8.800 persone al giorno. Gli africani sub-sahariani continuano a partire dalla Libia, correndo il rischio di attraversare il Mediterraneo, dove quest’anno sono già morti in 3mila, a dronte dei circa 150mila arrivi in 870 sbarchi sulle coste italiane. Per la fine anno si prevede di arrivare al dato delle 160-170mila presenza: un dato al di sotto delle stime più allarmistiche, proprio perché la maggior parte dei flussi si sono spostati sulla rotta balcanica.

In questo stato di cose, se da un lato i Paesi europei che prima non venivano toccati direttamente dagli arrivi massicci si stanno rendendo conto di cosa vuol dire gestire l’emergenza, «dall’altro le direttive europee stanno imponendo all’Italia una situazione a maglie strette che può diventare scottante», osserva Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana. A molti africani sub-sahariani infatti «viene dato il foglio di via appena sbarcati in Sicilia, facendoli cadere in una immediata situazione di irregolarità sul territorio italiano. Così l’opinione pubblica rischia di percepire la presenza di migranti solo come irregolari».
«Discriminatoria e inaccettabile» per Forti «l’idea che l’Europa protegga solo alcune categorie di persone e altre no, a seconda della nazionalità. Si creano così migranti di serie A e di serie B». Di contro, «i ricollocamenti dall’Italia verso altri Paesi europei hanno cifre imbarazzanti: solo 66 verso la Svezia e la Finlandia».
Positiva intanto la risposta delle diocesi italiane all’appello di Francesco all’accoglienza dei profughi. In pochi giorni, è stato annunciato, sono state raccolte 700 disponibilità che confluiranno nel progetto “Un rifugiato a casa mia”, inizialmente previsto per sole 200 persone. Si darà la seconda accoglienza in parrocchie e famiglie a chi ha già un permesso per restare in Italia, in collegamento con la Caritas o altro ente gestore.
28 ottobre 2015