Emergenza freddo, la task force di Medicina Solidale sugli argini del Tevere

La nuova iniziativa ha anche l’obiettivo di fare un censimento di quanti sopravvivono ai margini del fiume. Don Palamides: già effettuate diverse uscite

Una vera e propria «pastorale del fiume». È la nuova iniziativa lanciata ieri, 17 dicembre, in occasione del compleanno del Papa, dall’associazione Medicina Solidale: una pastorale che unisce la cura delle tante persone che vivono sugli argini del Tevere, da Saxa Rubra alla Magliana, grazie alla task force di medici e volontari dell’associazione, e l’assistenza spirituale, garantita dalla collaborazione con don Andrea Palamides, responsabile della comunità “Famiglia della Riconciliazione”. A oggi, informano, sono state effettuate già diverse uscite sul fiume per organizzare al meglio il servizio che dal mese di gennaio 2020 avrà una sua strutturazione e delle presenze fisse durante la settimana, con l’obiettivo, tra l’altro, di fare anche una sorta di censimento di quanti sopravvivono ai margini del fiume.

Proseguono intanto anche le attività nei 5 ambulatori di strada di Medicina Solidale, presenti a via Aspertini (Tor Bella Monaca); a Casa Scalabrini, in via Prenestina; Fonte di Ismaele, in via Chiovenda; presso la sede Vo.Re.Co a via della Lungara e a Santa Croce, dove è stata aperta un’altra farmacia di strada dopo quella di via della Lungara. Da oltre un anno, poi, l’associazione si è messa disposizione delle attività svolte sotto il colonnato di San Pietro e dal camper per le emergenze di strada, promosse dall’Elemosineria Vaticana. A queste attività si aggiunge anche “Bambini al centro”, che permette a oltre 200 piccoli che vivono a Roma in situazioni di disagio e in particolare nelle occupazioni e nelle baraccopoli improvvisate nella periferia della Capitale di partecipare gratuitamente alle attività formative e di sostegno realizzate in collaborazione con il Centro oratori romani e con il sostegno di McDonald’s.

«Il Tevere – spiega Lucia Ercoli, direttore di Medicina Solidale – è una nuova sfida della nostra associazione, che ha deciso di scendere sugli argini del fiume per raggiungere una delle periferie esistenziali indicate da Papa Francesco. Il lavoro sugli argini è molto difficile sia per le condizioni ambientali che per l’ampiezza del fenomeno che coinvolge un’area vasta in lunghezza almeno 20 km». Dopo le prime uscite già effettuate, prosegue, «abbiamo constatato che nelle zone centrali degli argini del fiume la presenza è per lo più di adulti, mentre verso la Magliana si trovano spesso insediamenti con famiglie e minori. Da gennaio verrà messo in campo un progetto stabile e organico».

Per don Palamides, si tratta di «un’esperienza molto tangibile di quello che il Papa ha definito come il frutto della scellerata “cultura dello scarto”, perché  sugli argini del fiume incontri donne e uomini senza identità che sembrano non avere un passato, un presente e un futuro. Nonostante tutto, ti accolgono con un sorriso e la capacità di stupirsi che qualcuno pensi a loro, con il desiderio evidente essere ascoltati e di condividere la propria vita. Mi aspettavo di trovare persone arrabbiate – aggiunge –  e invece ci accolgono sempre con gioia e ci aspettano tutte le settimane. Con alcuni che sono residenziali ormai c’è un rapporto stabile, ma la voce si sta spargendo sulle rive del Tevere e speriamo di potere incontrare tante altre».

18 dicembre 2019