Emergency: crescono le adesioni alla campagna R1PUD1A contro la guerra
Oltre 300 i Comuni che partecipano, insieme a 500 scuole, in tutto il Paese. Un modo per riaffermare la centralità dell’articolo 11 della Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra»
Sono oltre 300 i Comuni che hanno aderito alla campagna R1PUD1A di Emergency per riaffermare l’importanza dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che recita proprio: «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Un messaggio contro la retorica dell’inevitabilità della guerra e del riarmo, particolarmente attuale in questi giorni nei quali il Consiglio europeo ha appena approvato “Rearm Europe”, il piano da 800 miliardi di euro per la difesa e il riarmo dell’Unione.
In un momento in cui la guerra sembra l’unica opzione e sono 56 i conflitti nel mondo, la campagna di Emergency – a cui partecipano città come Roma, Napoli, Bologna, Catanzaro, Reggio Emilia, Cosenza, Modena, Livorno, Rimini, Bari, Parma, Teramo, Lecco, Ravenna – diffonde il messaggio della Costituzione. Un’iniziativa lanciata il 4 novembre scorso durante la Giornata nazionale delle Forze Armate, aperta ai singoli cittadini, alle scuole – 500 quelle che hanno aderito srotolando lo striscione dai balconi -, ma anche a sale cinematografiche importanti come l’Anteo Spazio Cinema in Lombardia e il Cinema Troisi a Roma o teatri come il Politeama e l’Augusteo di Napoli e l’Elfo Puccini di Milano. Moltissimi anche i Festival che hanno aderito alla campagna: in prima fila l’Afic, l’Associazione Festival Italiani di Cinema e tra gli altri, la Settimana della Critica di Venezia e Giornate degli Autori di Venezia, Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, il Pordenone Docs Fest, Linea D’Ombra a Salerno, il Festival del cinema europeo di Lecce, il Siciliambiente Film Festival. Ad aver aderito all’appello R1PUD1A come singoli cittadini anche Fiorella Mannoia, Alessandro Bergonzoni, Flavio Insinna, Greta Scarano, Fabio Magnasciutti, Maicol&Mirco, Lelio Bonaccorso, Max Angioni, Matteo Saudino.
«Dopo i conflitti mondiali, le atomiche e milioni di morti, l’Italia – ricordano da Emergency – è rinata dall’idea che nessuna guerra potrà mai essere la soluzione. Il nostro Paese si è impegnato a risolvere i conflitti con altri mezzi: con la diplomazia, la politica e la pace. Eppure non stiamo più assistendo a significative azioni di pace. Il linguaggio della guerra dilaga come fosse una verità inoppugnabile: l’opinione pubblica è chiamata alla guerra attraverso le parole dei politici e dei media. In Italia e in Europa i governi si riarmano e dicono che la pace è un lusso – proseguono -. Ma il lusso è proprio l’industria bellica. Secondo Milex, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, solo nel 2025 il nostro Paese ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari: record storico, con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 e del 60% sul decennio. Di questi 32 miliardi ne riserverà 13 per i nuovi armamenti, con un balzo del 77% nell’ultimo quinquennio».
Per aiutare a comprendere la situazione attuale Emergency ha lanciato sulle principali piattaforme streaming, sul sito emergency.it/ho-detto-ripudia e su ripudia.it/podcast, il podcast “Ho detto R1PUD1A”, a cura di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza, in collaborazione con Emergency. In 5 puntate i due curatori partono dalle origini dell’articolo 11 della Costituzione, fino ad analizzare e smontare gli attuali annunci di governi e media sulla “inevitabilità della guerra”.
21 marzo 2025