Elezioni, l’invito dei vescovi italiani: «Osare la speranza»

Dal Consiglio permanente Cei riunito a Matera,, l’appello «alle donne e agli uomini del nostro Paese, in vista della consultazione del 25 settembre. «C’è urgenza di visioni ampie. Servono responsabilità e partecipazione»

«Dipende da noi: impegniamoci. È questo il messaggio che sentiamo di rivolgere a noi stessi, alle nostre comunità, a tutte le donne e gli uomini d’Italia». Dal Consiglio permanente Cei, riunito a Matera fino a domani, 22 settembre, arriva un appello rivolto «alle donne e agli uomini del nostro Paese», in vista delle elezioni politiche che si svolgeranno domenica prossima, 25 settembre. Un invito a «osare la speranza», come recita il titolo del testo, nonostante tutto. «La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese, l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette… sono tutte questioni che ci addolorano terribilmente e ci preoccupano», scrivono i presuli. Eppure «non possiamo mai abituarci a vedere la vita calpestata. Il nostro appello è motivato prima di tutto dalla nostra fede e dalla certezza che il Vangelo di Gesù continua ad essere una Buona Notizia per tutti». L’esortazione, allora, è a «non cedere al pessimismo e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione»

I vescovi si rivolgono anzitutto agli elettori, per ribadire che «il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune – rimarcano -, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro», assicurano. Per l’episcopato italiano, «c’è un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto».

La seconda parte dell’appello è dedicata i giovani chiamati alle urne per la prima volta: «Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per orientarsi nelle scelte . Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio per tutti – l’omaggio dei vescovi -. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni».

Ancora, i presuli si rivolgono «ai disillusi», ricordando che «il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra preoccupazione – assicurano -. Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci! La partecipazione democratica è amore per il nostro Paese. Invitiamo chi si trova ad affrontare gravi problemi e si sente ai margini della società a non scoraggiarsi e a dare il proprio irrinunciabile contributo», si legge ancora nell’appello. Quindi, la parte finale, dedicata ai «futuri eletto», con l’esortazione a «non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti». I vescovi passano in rassegna la «fitta» agenda dei problemi del Paese: «Le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale… È il tempo di scelte coraggiose e organiche – osservano -. Non opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità politica come “la forma più alta di carità”», esortano.

Da ultimo, l’invito a ripartire «dai luoghi di vita: qui abbiamo ritrovato il senso della prossimità durante la pandemia. Il Cammino sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo può costituire davvero un’opportunità per far progredire processi di corresponsabilità – le parole dei presuli -. È sempre nei luoghi di vita che abbiamo appreso l’arte del dialogo e dell’ascolto, ingredienti indispensabili per ricostruire le condizioni della partecipazione e del confronto. Riscopriamo e riproponiamo i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà. Amiamo il nostro Paese. La Chiesa – assicurano – ricorderà sempre questo a tutti e continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità».

21 settembre 2022