Elemosiniere del Papa riattiva la corrente nello stabile occupato
È accaduto a Spin Time, al buio dal 6 maggio per una morosità. Ercoli (Medicina solidale): «Da sempre è al fianco di chi si occupa degli invisibili nella nostra città»
«L’ho fatto per i bambini». L’elemosiniere pontificio Konrad Krajewski spiega così la scelta di riattivare l’elettricità a Spin Time Labs, l’immobile di via di Santa Croce in Gerusalemme 55 di proprietà del Gruppo Banca Finnat, occupato da 150 famiglie. Famiglie che erano al buio dal 6 maggio, a motivo di una morosità di oltre 300mila euro. Alle 22 di sabato 11 maggio «la luce è finalmente tornata», hanno informato gli occupanti attraverso la pagina Facebook dello Spin Time Labs. «Mi assumo tutta la responsabilità – ha dichiarato il cardinale al Corriere della Sera -. E non devo dare spiegazioni, c’è poco da darne». Quindi, diretto al vice premier Salvini: «Da questo momento pagherò io le bollette».
Per il direttore dell’associazione Medicina Solidale Lucia Ercoli, «è triste dovere costatare che per la campagna elettorale delle prossime europee si tenti di trasformare un gesto di solidarietà e speranza in un atto illegale. Certamente – aggiunge – l’elemosiniere del Papa non ha bisogno della nostra difesa ma dobbiamo sottolineare che da sempre è al fianco di chi si occupa degli invisibili nella nostra città. Centinaia di bambini, donne e anziani che vivono dimenticati dalle istituzioni e se gli va bene in stabili di cemento, altrimenti sotto baracche di cartoni e di lamiera». E a conferma della vicinanza dell’Elemosineria apostolica, Ercoli «medicine, cibo, vestiario e denaro che ogni giorno ci arrivano per i più fragili che incontriamo nei quartieri di Roma e nei nostri ambulatori di strada e nelle occupazioni. Questo certo non significa sostenere l’illegalità – osserva – ma aiutare chi soffre ed è più debole».
Recuperare «il senso del giusto e del vero»: questa l’urgenza, nelle parole di Ercoli, «per il bene della nostra città. Ci domandiamo dove sono state le istituzioni che dovrebbero tutelare la salute e l’integrità di tanti bambini che vivono nelle strade, nelle occupazioni e nei campi improvvisati. La campagna elettorale – è la conclusione – non può permettersi, in un Paese democratico, di tritare letteralmente come uno schiacciasassi i diritti di minori italiani e stranieri che sopravvivono nella Capitale del cristianesimo».
13 maggio 2019