“Educare senza confini”, per conoscere le migrazioni

Presentato il progetto della Cooperativa Sophia, rivolto agli studenti delle scuole superiori italiane e senegalesi. Il responsabile Conte: «Non vogliamo dire di non partire ma offrire un’immagine realistica di cosa li attende»

Chi decide di emigrare illegalmente, spinto dalla speranza di un futuro migliore, è consapevole dei rischi che corre? Conosce i pericoli del viaggio e le incognite che lo attendono nel Paese di destinazione? E chi li accoglie, quanto conosce le motivazioni e le difficoltà che spingono queste persone a emigrare? Domande che trovano risposta nel progetto “Educare senza confini”, rivolto agli studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado italiane e senegalesi per far conoscere loro il fenomeno migratorio, compresi i rischi a esso associati. A promuoverlo, la Cooperativa Sophia, impresa sociale nata a Roma nel 2013 per creare processi lavorativi e promuovere l’integrazione, “figlia” di un gruppo di giovani del percorso spirituale Signa Veritatis.

Il progetto, presentato ieri sera, 6 novembre, dal 2015 si svolge in oltre 120 istituti in Italia e forma annualmente 2mila studenti anche attraverso testimonianze dirette. Dal 2020 si è esteso a Dakar, Capitale del Senegal, coinvolgendo oltre 5mila ragazzi. «L’intento non è quello di scoraggiarli, non vogliamo dire loro di non partire, ma offrire un’immagine realistica e completa di ciò che li attende, fornire tutti gli strumenti per una scelta consapevole – ha spiegato Erik Conte, responsabile del progetto educativo -. Le aspettative sociali e culturali non soddisfatte e la sfiducia nel loro Paese sono i motivi alla base del desiderio di emigrare, anche per vie illegali, ignorando sia i rischi del viaggio, sia le opportunità che offre ora il Senegal. È un Paese in via di sviluppo ma molti giovani sono scettici sulle reali possibilità di crescita».

Chi emigra, spiegano i responsabili del progetto, è considerato un eroe da familiari e amici. Molti preferiscono non rivelare le vere difficoltà affrontate per non preoccupare i genitori. Molte di queste storie vengono raccontate agli studenti dai diretti interessati. «Recentemente – ha proseguito Erik – abbiamo conosciuto, grazie a Caritas Dakar, un uomo rientrato in Senegal dopo 20 anni di vita irregolare in Europa. Ora lavora, è felice, e ha raccontato quanto sia stato difficile per lui emigrare». Da uno studio condotto da Erminia Florio, ricercatrice dell’Università Tor Vergata, emerge che su 1.600 studenti intervistati due terzi vogliono emigrare. Un terzo lo farebbe anche in modo irregolare. «Quello che fa riflettere è l’errata percezione che hanno del loro Paese – ha detto -. Alla domanda su quale fosse, secondo loro, il tasso di disoccupazione in Senegal, hanno stimato un 40%, quasi il doppio rispetto al dato ufficiale del 24%. A differenza di questa errata valutazione, la loro conoscenza della situazione occupazionale europea è abbastanza precisa».

Per “Educare senza confini” Erik è stato in Senegal cinque volte dal 2022 ed è in procinto di ripartire. «Ci formeremo anche noi per approfondire e comprendere pienamente le potenzialità che offre il Paese – prosegue -. Inoltre incontreremo e formeremo i docenti. In Senegal la collaborazione con i docenti è molto stretta mentre in Italia lavoriamo di più con gli studenti». Del team fa parte anche Mor Amar, socio fondatore di Sophia. Nato in Mauritania, è stato costretto a fuggire per motivi politici e da poco gli è stata riconosciuta la cittadinanza italiana. «Conosco perfettamente tutti i rischi di un viaggio verso mete ignote – ha dichiarato -. Grazie a questo progetto posso fornire agli studenti un’esperienza diretta e metterli in guardia da tutti i pericoli, consigliando di non fare la scelta a cuor leggero».

La nuova edizione del progetto si propone, tra l’altro, di creare un dialogo fra gli studenti italiani e senegalesi e di indagare i desideri e le aspettative dei giovani di Dakar. Durante la serata è stato proiettato un video-documentario realizzato da Davide Tittarelli che, a partire da un recente fatto di cronaca, riassume le riflessioni e le discussioni degli studenti sul tema della migrazione.

7 novembre 2024