Ecuador, l’arcivescovo di Portoviejo: «Non dimenticateci»

Monsignor Voltolini, di origini bresciane, scrive da una delle città più colpite dal sisma del 16 aprile scorso: «La ricostruzione non sarà solo di mattoni»

Monsignor Lorenzo Voltolini, di origini bresciane, scrive da una delle città più colpite dal sisma del 16 aprile scorso: «La ricostruzione sarà di relazioni umane nuove»

«Gli aiuti e le manifestazioni di solidaiiretà arrivano dal mondo intero, ma ci rendiamo conto che le difficoltà arriveranno più tardi. Per questo a quanti ci chiedono: Che possiamo fare per voi?, rispondiamo: Non dimenticateci, avremo bisogno di voi quando inizieremo la ricostruzione». L’arcivescovo di Portoviejo, una delle città più colpite dal sisma che ha devastato l’Ecuador il 16 aprile scorso, Lorenzo Voltolini, rompe con una lettera all’Agenzia Sir il lungo silenzio dovuto all’isolamento nel quale era rimasta tutta la regione all’indomani del terremoto. Racconta di come siano stati coinvolti conventi e chiese, e descrive la situazione attuale: «Incominciano ad arrivare i primi soccorsi: acqua, viveri, casse di banane e di mele, materassi, vestiti, casse da morto. Portiamo tutto ad un centro di raccolta e smistamento – riferisce -; i primi volontari sono i sacerdoti della città».

Il pensiero del pastore però è alla ricostruzione, che «non sarà solo di colonne, mattoni, cemento – evidenzia nella sua lettera -, ma di famiglie, comunità, parrocchie, relazioni umane nuove, nate sullo stile e sulle esigenze del Vangelo». Proprio per questo, continua l’arcivescovo, di orogini bresciane, «ciò che più chiediamo è la preghiera, perché il mondo nuovo nasce dalla nostra predisposizione e apertura alla Parola che salva». Emesso intanto il nono bolettino di Caritas Ecuador per fare il punto della situazione: la conta, al momento, è di 660 vittime accertate, 31 dispersi, 30.223 senzatetto, 1.125 abitazioni distrutte e 560 scuole danneggiate.

9 maggio 2016