Ecclesia Mater, laboratorio di «carità intellettuale»

Inaugurato l’anno accademico dell’Istituto. De Donatis: «Teologia aperta alle altre forme del sapere». Mirabelli: il personalismo cristiano e la Costituzione

Una realtà viva e aperta al territorio, fondata sul sapere autentico. Questo vuole essere l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater, di cui ieri pomeriggio, 20 novembre, è stato inaugurato il nuovo anno accademico. Nel saluto del cardinale vicario e moderatore dell’Istituto Angelo De Donatis, che è stato riferito in apertura dei lavori, l’ente diocesano – che provvede alla formazione teologica, culturale e pastorale dei fedeli laici attivi nella catechesi, nell’animazione dei gruppi ecclesiali e nell’insegnamento della religione cattolica – è stato definito il luogo dove si esercita «la carità intellettuale» e che offre «una prospettiva unitaria della teologia aperta alle altre forme del sapere, specialmente quelle umanistiche», ravvivando «il desiderio di conoscere i misteri della nostra fede». Anche per il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi, l’Ecclesia Mater rappresenta «un vero e proprio laboratorio popolare, nel senso bello del termine, cioé al servizio del popolo santo di Dio», capace di generare «uno sguardo ampio e di aprire strade nuove». A nuove strade da percorrere e «nuove sfide» da affrontare ha guardato pure monsignor Riccardo Ferri, pro-rettore dell’Università Lateranense cui l’Issr afferisce, richiamando alla «creatività» e sottolineando l’importanza di «un alto profilo accademico e scientifico dei docenti» e dell’essere «inseriti e radicati nel territorio come istituzione». Da parte sua, il vescovo Michele Di Tolve, rettore del Seminario Romano ha auspicato che «la scuola e gli insegnanti, a partire da quelli di religione che qui vengono formati, educhino davvero non solo al sapere e al saper fare ma soprattutto al saper essere», essendo in grado di «chinarsi sulle domande di senso e di significato, talvolta inespresse, dei bambini e dei ragazzi».

Dopo un intermezzo musicale a cura del maestro chitarrista Gian Marco Ciampa, la cerimonia di inaugurazione, moderata da Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato, ha visto l’intervento del giurista Cesare Mirabelli, già presidente della Corte costituzionale e oggi consigliere generale presso lo Stato della Città del Vaticano, che ha trattato dei valori cristiani in relazione ai principi costituzionali, guardando in particolare all’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa del 1984. Riconoscendo «un radicamento profondo della cultura religiosa nella Repubblica italiana, che ha permeato di sé anche la Costituzione», Mirabelli si è concentrato in particolare sui «tre capisaldi che riguardano la dignità della persona, la libertà e la solidarietà», osservando come «al fondo di questa impostazione c’è la visione del personalismo cristiano» che pone «la persona prima delle istituzioni» e facendo notare che «la Costituzione oltre a un contenuto precettivo ha un contenuto programmatico le cui linee portanti devono trovare sempre pieno sviluppo».

Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio pastorale della Cei per l’educazione, la scuola e l’università, ha trattato dell’insegnamento della religione cattolica riconoscendolo come una delle «alleanze educative» che anche «i recenti fatti di cronaca invocano», laddove si tratta di «un patto tra docenti, scuola, famiglie, alunni e Chiesa che si rinnova ogni anno in funzione di una scelta». In questo, per l’esperto, giocano un ruolo importante gli Istituti di formazione come l’Ecclesia Mater poiché «hanno il compito di formare gli insegnanti» ma sono anche «chiamati ad accompagnare il loro lavoro proponendo proposte di riflessione e di formazione permanente». Per Diaco, ancora, un istituto superiore di scienze religiose è un vero e proprio «laboratorio culturale, è teologia a misura di giovani e di scuola, che parla all’intimo della persona e coltiva interrogativi di senso».

Da ultimo, il contributo alla riflessione di don Paolo Asolan, preside dell’Istituto pastorale “Redemptor Hominis” e docente di teologia pastorale fondamentale all’Ecclesia Mater, che alla luce della Costituzione pastorale “Gaudium et spes” ha considerato le «sfide legate alla relativizzazione dei riferimenti normativi sul piano dell’ethos che si presentano quando ci si confronta con la carità intellettuale», rispetto alle quali occorre «aprire sentieri nuovi che partano da un discernimento basato sul reale, anche se duro». In conclusione, il saluto e il ringraziamento sentito della preside dell’Istituto Claudia Caneva, per la quale l’Ecclesia Mater «deve essere sempre più una proposta accademica in costante contatto con la realtà per elaborare percorsi formativi efficaci».

21 novembre 2023