Ebrei e cristiani: un cammino di fraternità

Al via il 7 novembre un ciclo di incontri promosso da diocesi e Comunità ebraica per riscoprire la Parola. Il tema: “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”

Un cammino di fraternità per riscoprire la Parola di Dio. A intraprenderlo, insieme, la Comunità Ebraica di Roma e la diocesi di Roma, grazie a un’idea del vescovo ausiliare per il settore Centro Daniele Libanori e al rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni. “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica” è il tema che farà da filo conduttore ai diversi incontri. Il primo è in programma per lunedì 7 novembre su “Siamo polvere. La fragilità della nostra umanità”; sarà ospitato nel Centro Ebraico Italiano “Il Pitigliani” (via Arco de’ Tolomei 1) e vedrà la partecipazione di rav Di Segni e del vescovo Ambrogio Spreafico, membro del dicastero per il Dialogo interreligioso. Il 5 dicembre rifletteranno su “Ascolta Israele. Fondamento della fede e della morale” rav Benedetto Carucci Viterbi e Rosalba Manes, nella Sala Baldini di piazza Campitelli. La stessa sala che ospiterà i due appuntamenti successivi: quello del 9 gennaio 2023 su “Giustizia e amore: due realtà in contrasto?” con rav Ariel Di Porto e Salvatore Sanna; e quello del 13 febbraio su “I poveri amati da Dio”, con rav Carucci Viterbi e monsignor Spreafico. Il 13 marzo, nella Sala Conferenze di Santa Maria in Trastevere (via della Paglia, 14/b), rav Di Porto e il cardinale José Tolentino De Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’educazione, parleranno di “Particolarismo-Universalismo: insieme, ma diversi”.

Il percorso terminerà il 17 aprile, sempre nella sala conferenze di Santa Maria in Trastevere, con rav Di Segni e il cardinale Gianfranco Ravasi, che affronteranno il tema “Essere popolo essere comunità: una fede non solo individuale”. «Vogliamo restituire al popolo di Dio la Parola del suo Signore – riflette il vescovo Libanori -. Viviamo in un tempo nel quale è assolutamente urgente rimettere al centro la Parola, perché è dalla Parola la fede, ed è la Parola che convoca la comunità dei credenti. Ci sono dei millenari custodi della Parola che vivono in mezzo a noi: gli ebrei, nostri “fratelli maggiori nella fede”. Per questo è importante mettersi in ascolto del loro modo di leggere il messaggio di Dio nella storia».

L’iniziativa nasce grazie «al tessuto di fraternità che l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi intreccia da anni, accompagnato da tante realtà ecclesiali di Roma», dichiara monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, incaricato dell’Ufficio diocesano. «E nasce nel centro storico, dove ha sede il Tempio Maggiore – aggiunge -, svelando così la ricchezza del cuore di una città universale. Dal centro storico di Roma parte uno stesso messaggio di fraternità. Ricordo come, il 27 gennaio di quest’anno, memoria della Shoah e liberazione del campo di Auschwitz, ci recammo al Ghetto insieme al vescovo Libanori e al vescovo Selvadagi – eravamo una quarantina di preti del centro e numerosi laici – per sostare in silenzio davanti alla lapide che ricorda la deportazione del 16 ottobre 1943, mentre il rabbino capo leggeva in ebraico il salmo 130». La Giornata di approfondimento dei rapporti ebraico cristiani del 17 gennaio viene così accompagnata da un cammino «che rivela il bisogno che abbiamo di illuminarci a vicenda nella fraternità – conclude monsignor Gnavi – e di affrontare le enormi sfide del nostro presente, non da soli ma insieme nelle nostre diversità».

2 novembre 2022