Ebrei e cristiani a confronto su “Non pronuncerai falsa testimonianza”
Giovedì 15 gennaio la Pontificia Università Lateranese ospita un incontro in vista della XIX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra le due religioni. Relatori: Riccardo Di Segni e padre Innocenzo Gargano«”Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” non è solo un comandamento giuridico, ma ha una forte valenza etica. Confrontarci su questo comandamento in un tempo che sembra avvelenato dalla corruzione di senso e dal vuoto, significa ritrovare la verità delle relazioni umane e del bene comune e la speranza, tanto necessaria oggi». Come suggerisce monsignor Marco Gnavi, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, in una città sconvolta dallo scandalo di «Mafia Capitale», la nona Parola – su cui rifletterà la XIX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che si celebra sabato 17 gennaio – è tutto un richiamo all’autenticità e alla verità delle azioni e dei rapporti. All’analisi dell’ottavo Comandamento (nono, secondo la numerazione ebraica) sarà dedicato un incontro, giovedì 15 alle 17.30, nell’Aula Pio XI dell’Università Lateranense. Dopo il saluto di monsignor Renzo Gerardi, prorettore della Lateranense, si confronteranno Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, e padre Innocenzo Gargano, docente di Patrologia al Pontificio Istituto Orientale. Un incontro nel 50° del documento conciliare Nostra aetate sulle relazioni tra Chiesa e religioni non cristiane. «Il tema della nona Parola – spiega monsignor Gnavi – ci riporta al valore della testimonianza. Viviamo in un tempo dove dire male o uccidere con la parola, con la mormorazione tanto stigmatizzata da Francesco, è un fatto corrente. Il Decalogo capovolge la prospettiva e ci aiuta a riscoprire la verità dell’uomo e rendergli testimonianza in quanto figlio di Dio».12 gennaio 2015