Ebrei di Roma e Comunità di Sant’Egidio, insieme contro la violenza

L’incontro nella scuola Vittorio Polacco, considerata tra gli obiettivi sensibili dopo gli attentati di Parigi. Il rabbino Riccardo Di Segni: «Non siamo soli». Impagliazzo: scuole e luoghi di culto «sacri e inviolabili»

Un visita di solidarietà e amicizia, quella che si è svolta ieri, mercoledì 21 gennaio, alla Comunità ebraica di Roma, per rispondere alla violenza con la solidarietà e la condivisione. Ospiti: una delegazione della Comunità di Sant’Egidio, composta dal fondatore Andrea Riccardi, dal presidente Marco Impagliazzo e dal vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico.

Nella scuola ebraica “Vittorio Polacco”, che ospita alunni dalle elementari al liceo, considerata tra gli obiettivi sensibili dopo gli attentati di Parigi, la delegazione è stata accolta dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e dal presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. L’obiettivo, si legge in una nota diffusa dalla Comunità: «Esprimere solidarietà dopo gli attentati di Parigi che hanno colpito duramente anche gli ebrei e l’allarme terrorismo cresciuto in tutta Europa».

I rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio hanno visitato i locali della scuola; quindi si è svolto un pranzo, nel segno di un’amicizia che dura da tanti anni e che, ha ricordato Pacifici ogni 16 ottobre ha come suo momento forte la “Marcia della memoria”, organizzata insieme per ricordare quel giorno del 1943 nel quale vennero deportati nei campi di sterminio oltre mille ebrei romani. All’indomani della pedonalizzazione delle strade del Ghetto decisa per motivi di sicurezza, ha precisato: «Noi non abbiamo deciso di chiuderci né di chiudere nulla, Non abbiamo paura. Il quartiere ebraico con l’allargamento della pedonalizzazione è stato rivitalizzato e rianimato». Come testimonia l’apertura annunciata per la prossima settimana di un nuovo hotel in via del Portico d’Ottavia.

A parlare di «rinnovata amicizia con la Comunità di Sant’Egidio come uno dei punti di comunicazione istituzionale» è stato il rabbino capo Di Segni. «Non siamo soli», ha sottolineato. Al termine dell’incontro, poi, Marco Impagliazzo, esprimendo solidarietà a tutte le comunità ebraiche in Europa, ha evidenziato «il valore del confronto e del dialogo per contrastare, in un tempo difficile, ogni sentimento di scontro e di contrapposizione in nome di una religione o di un’appartenenza». In particolare «le scuole, come questa – ha aggiunto – e i luoghi di culto sono da considerare sacri e inviolabili». Per il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il quartiere ebraico, con i suoi centri di educazione e di cultura, «è sempre stato e resterà anche in futuro un prezioso luogo d’incontro e di scambio a cui Roma non può rinunciare. Un’occasione per costruire insieme un futuro di pace e di unità nella diversità, contro ogni violenza e intolleranza».

22 gennaio 2015