Due mamme con bambini dall’Ucraina a Ostia

L’accoglienza di Nadia e Maria, con Yuri e Anna, nella parrocchia di Santa Maria Regina Pacis. L’impegno dei fedeli. Il parroco: «Mi è sembrata la cosa giusta»

Hanno 3 e 4 anni Yuri e Anna e fino a una settimana fa vivevano a Leopoli, nella zona occidentale dell’Ucraina, a 70 km dal confine con la Polonia. Venerdì 5 marzo, nella notte, sono arrivati a Roma, più precisamente a Ostia lido, nella parrocchia Santa Maria Regina Pacis, e già il lunedì mattina seguente sono stati inseriti nella scuola materna parrocchiale, dove «gli altri bambini li hanno accolti con spontaneità, prendendoli per mano e abbracciandoli, portandoli a giocare con loro». A raccontarlo è Chiara, la loro nonna, da 20 anni in Italia e impiegata come badante per l’assistenza ad una anziana. «Le mie nuore – dice – quando è scoppiata la guerra mi hanno chiesto se potessero mandare da me in Italia, al sicuro, i bambini. Si può forse da questo provare a immaginare il terrore e la paura di una mamma che è disposta ad allontanarsi dal suo bambino pur di salvarlo».

Nadia e Maria sono le altre due protagoniste di questa storia vera che, per ora, ha almeno un parziale lieto fine. Hanno 25 e 30 anni e due mariti giovani, classe 1990 e 1992, rimasti in Ucraina. Sono due ragazze alle quali la suocera ha offerto la massima disponibilità, dicendo loro «di venire qui in Italia insieme ai bambini perché immaginavo che i piccoli da soli avrebbero sentito troppo la mancanza e sarebbero stati ancora più stressati e provati da tutto quello che sta succedendo – racconta ancora Chiara -. Per farle stare tranquille ho detto che avevo modo di sistemarle ma in realtà non c’è spazio nella casa dove lavoro». Per questo la donna si è rivolta alla sua parrocchia di riferimento, quella guidata da padre Giovanni Patanè, e lì «ho sentito che mi è stato tolto dal cuore un peso enorme» quando il parroco, d’accordo con il presbiterio, «ha proposto di dare accoglienza alle mamme e ai bambini in parrocchia. Ho capito che c’era speranza e che il mio grido di aiuto era stato accolto, che loro sarebbero potuti stare al sicuro, protetti», sono ancora le parole di Chiara, che non smette di ringraziare padre Giovanni «per la sua sensibilità e tenerezza».

Il parroco spiega: «Mi è sembrata la cosa giusta da fare in un momento di tale emergenza. Ora ci stiamo coordinando con la Caritas e anche i parrocchiani si stanno mobilitando per aiutare». Oggi «i bambini sono un po’ più sereni e così, di conseguenza, lo sono anche le loro mamme nel vedere i loro sorrisi – dice Chiara -. L’altro giorno siamo stati a comprare dei vestiti nuovi. Qui sentono il calore dell’accoglienza nel cuore e si sentono come in famiglia», tuttavia «la sera piangono e chiedono di essere riportati a casa e domandano dei loro papà, i miei figli Adriano e Mariano». Anche le giovani mamme stanno piano piano meglio «dopo avere vissuto il panico», sono ancora le parole di Chiara, e stanno smaltendo «lo stress del lungo viaggio per arrivare qui, che sono riuscita a procurare loro tramite un’associazione di volontariato di aiuto per l’Ucraina che frequento qui a Roma. Nadia ha viaggiato sul pullman per 28 ore, Maria invece per 40, avendo problemi nel passaggio alla frontiera ungherese, dove sono rimasti tutti bloccati per tanto tempo. Sono arrivate provate e distrutte ma raccontano che appena sono state in Italia hanno ricevuto un piatto di minestra calda e finalmente si sono sentite al sicuro».

15 marzo 2022