Due coniugi romani verso gli altari

L’annuncio su Roma Sette, nel luglio 2001, della beatificazione di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi dopo il riconoscimento delle “virtù eroiche”

Oltre quarant’anni insieme, condividendo un’avventura umana e spirituale. E fra pochi mesi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, della Diocesi di Roma, saranno i primi sposi nella storia della Chiesa ad essere proclamati beati. è stato infatti promulgato nei giorni scorsi, alla presenza del Papa, il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi che riconosce le “virtù eroiche” dei due coniugi e attribuisce loro un miracolo. La beatificazione sarà celebrata il 21 ottobre, durante l’incontro nazionale delle famiglie in Piazza San Pietro.

Un segno della crescente attenzione ecclesiale, dopo il Concilio Vaticano II, alla «santità della Chiesa domestica, ai valori fondamentali della famiglia cristiana», commenta padre Paolino Rossi, il francescano cappuccino Postulatore della Causa, che sta seguendo anche quella di Gianna Beretta Molla, sposa e madre. «Quella alla santità è una vocazione di tutti i battezzati – ribadisce –. Ma i teologi fanno ancora fatica a rilevare la santità laicale». In un momento di crisi dei valori familiari, «questa coppia può rappresentare un punto di riferimento sia per i cristiani che per la società odierna», osserva padre Rossi. Ci si può identificare facilmente in una santità «della ferialità», fatta di gesti quotidiani e fedeltà reciproca, «fermento della vita evangelica».

Dopo il matrimonio a S. Maria Maggiore nel 1905, nascono quattro figli e anche l’impegno nella parrocchia di San Vitale e nell’associazionismo. Entrambi terziari francescani, Luigi e Maria cominciano a sentire l’esigenza di partecipare ogni giorno alla Messa e con il loro esempio trasmettono una solida spiritualità ai loro ragazzi, che traspare nel ricco epistolario «Lettere d’amore. Dialogando con i figli», pubblicato di recente da Città Nuova insieme alle lettere dei due sposi: «Lettere d’amore. Dal campo vetta alla base”. Entrambi i volumi, curati dal figlio trappista padre Paolino, raccolgono il carteggio dai primi momenti della conoscenza dei futuri sposi (1901) fino al 1940, pochi anni prima della morte di Luigi.

Vice-avvocato generale dello Stato, Luigi nacque a Catania nel 1880 e si trasferì a Roma dodicenne; agli inizi del ’900 conobbe Maria, classe 1884, futura scrittrice e figlia unica del colonnello Corsini di Firenze. A quattro anni dalle nozze, nel 1909, erano già nati il primogenito Filippo, ora don Tarcisio, Stefania (poi madre Maria Cecilia), entrata ventenne in clausura tra le Benedettine di Milano nel 1927 e scomparsa nel marzo ’93, e Cesare (il trappista padre Paolino). Nell’aprile del ’14 arrivò la quartogenita, Enrichetta: alla madre era stata diagnosticata una placenta previa totale; allora le possibilità di sopravvivenza, senza ricorrere all’aborto, sfioravano il 5 per cento. Tuttavia Maria e Luigi decisero di portare avanti la gravidanza, sorretti dalla fede.

Ma la loro testimonianza non si esaurisce all’interno delle mura domestiche. Catechista in parrocchia, Maria fece parte dell’Azione Cattolica, fu volontaria della Croce Rossa e infermiera, mentre Luigi intuì dal 1916 i valori formativi dello scoutismo. Insieme frequentarono i corsi di cultura religiosa per laureati alla Gregoriana. Un «spiritualità sponsale», riassume padre Rossi, fatta di preghiera e azione, e soprattutto di «amore vissuto nel matrimonio, con i figli e con tutti». (di Laura Badaracchi)

15 luglio 2001