Draghi: la transizione ecologica, «una necessità, non una scelta»

Il premier intervenuto alla sessione conclusiva dello Youth4Climate. Ai giovani: «Abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee e la vostra leadership. E dalle vostre pressioni, che sono davvero benvenute. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e siate sicuri: vi stiamo ascoltando»

«Vorrei ringraziare tutti i giovani che negli ultimi mesi hanno lavorato con così tanto impegno, soprattutto nel corso di questi tre giorni. Rappresentate la generazione di giovani più grande nella storia. Circa 3 miliardi di persone con meno di 25 anni, e un aspetto molto importante è che la maggior parte vengono da Paesi a basso e medio reddito». Il premier Mario Draghi è intervenuto ieri, 30 settembre, alla sessione conclusiva dello “Youth4Climate: Driving Ambition” al Mico Milano Congressi. «La vostra generazione – ha detto ai ragazzi – è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Sapete fin troppo bene quali sono le conseguenze drammatiche delle disuguaglianze globali in termini di povertà, malnutrizione, accesso a servizi sanitari. Avete ragione – ha aggiunto – a esigere una responsabilizzazione, a esigere cambiamento».

Nell’intervento del presidente del Consiglio, la consapevolezza che «non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi» e che «la pandemia e i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni di persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni». Draghi ne è convinto: «Crisi climatica, crisi sanitaria e crisi alimentare sono strettamente intrecciate. Per affrontare – è il monito – dobbiamo agire più velocemente – molto più velocemente – e con più efficacia. La transizione ecologica non è una scelta, è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione o agiamo dopo, il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico». E lo Stato «deve essere pronto a sostenere questi costi a breve termine, aiutando le famiglie e le imprese. La ripresa post pandemia – è l’analisi del premier – ci dà l’occasione di portare avanti le nostre ambizioni in materia di clima, e di farlo in modo equo».

Per quanto riguarda l’Italia, «stiamo facendo tutto il possibile per garantire che i vari Paesi si muovano nella giusta direzione e rapidamente – ha assicurato -. Nell’ambito dell’Unione europea abbiamo contribuito a istituire il programma “Next Generation Eu” per assicurare una ripresa equa e sostenibile. L’Italia – ancora le parole di Draghi – ha stanziato il 40% delle risorse nel nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la transizione ecologica. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la quota dei rinnovabili nel nostro mix energetico, rendere più sostenibile la mobilità, migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici e proteggere la biodiversità». E ancora, «come presidenza del G20 e co-presidenza della Cop26 con il Regno Unito, stiamo esigendo che i Paesi rispettino i loro impegni climatici e, in certi casi, che siano pronti a prenderne di più audaci. Se vogliamo aver successo, tutti i Paesi devono fare la loro parte, a partire da quelli del G20», che sono quelli che «generano oltre l’80% del Pil a livello mondiale e oltre il 75% delle emissioni globali. Tutti i principali attori ed emettitori ne fanno parte».

Nonostante tutto, «siamo consapevoli che dobbiamo fare di più, molto di più. Questo – ha spiegato il presidente del Consiglio – sarà l’obiettivo del vertice che si terrà a Roma alla fine di ottobre. A livello G20, vogliamo riuscire a prendere un impegno per quanto riguarda la necessità di realizzare l’obiettivo di 1,5°C. E vogliamo sviluppare, dobbiamo sviluppare, delle strategie a lungo termine che siano coerenti con quell’obiettivo». Ma la prospettiva aperta dal premier non si ferma qui: «Dobbiamo rispettare il nostro impegno di donare 100 miliardi di dollari per sostenere i Paesi in via di sviluppo – ha aggiunto -. I Paesi a basso e medio reddito sono spesso più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici. È inevitabile che le emissioni in una parte del mondo abbiano un impatto sul resto della Terra. Aiutare questi Paesi con le loro transizioni risulta dunque essere sia un imperativo morale sia un bisogno urgente». Quindi, una rassicurazione: «Noi adulti abbiamo imparato cosa dobbiamo fare: mitigare, adattare e raccogliere fondi per aiutare i Paesi più poveri a fare lo stesso. La cosa più importante è che dobbiamo farlo adesso. Dobbiamo agire adesso. Abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership – l’omaggio ai giovani -. E dalle vostre pressioni, che sono davvero benvenute. Dobbiamo essere chiamati all’azione. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e siate sicuri: vi stiamo ascoltando».

1° ottobre 2021