Draghi: la guerra in Ucraina, spinta al cambiamento

Il presidente del Consiglio è intervenuto al XIX Congresso confederale Cisl. Sul tavolo, il tema della crisi che colpisce «in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili»

«La guerra in Ucraina rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e al tempo stesso più necessari». Lo ha affermato con chiarezza il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo questa mattina, 26 maggio, al XIX Congresso confederale della Cisl. «Il mercato dell’energia vive una fase di forte volatilità che penalizza i lavoratori e le imprese – ha ammonito -; i blocchi alle esportazioni, i colli di bottiglia degli approvvigionamenti, i ritardi nelle consegne hanno messo in luce la debolezza dei nostri sistemi industriali». Queste crisi, nell’analisi del premier, «colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili e mettono a dura prova la coesione sociale». Nello stesso tempo, «ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera».

Dal presidente del Consiglio anche una rassicurazione: «Interverremo per rafforzare la nostra economia in modo strutturale, per renderla più competitiva ma anche più sostenibile», ha detto, ricordando che «nelle scorse settimane, abbiamo raggiunto accordi con diversi Paesi, dall’Algeria all’Azerbaigian, per ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e rafforzare la nostra sicurezza energetica. In settori strategici come i semiconduttori e le batterie – ha proseguito – abbiamo stanziato somme ingenti e avviato progetti innovativi per riportare la produzione in Europa e ridurre la dipendenza dall’estero. Accorciamo le catene del valore in settori come il farmaceutico e i materiali critici e investiamo sulla sicurezza alimentare», ha aggiunto.

Nel discorso di Draghi anche il tema del lavoro – con l’invito a «investire in formazione professionale, con incentivi per i giovani, ed eliminare gli ostacoli all’occupazione delle donne» – e della sicurezza sul lavoro, su cui «molto resta da fare», ha evidenziato. Quindi, la pressione fiscale, a proposito della quale ha annunciato la previsione di un calo di «0,4 punti percentuale rispetto all’anno scorso: la riduzione più consistente degli ultimi sei anni». Il governo, ha rivendicato, «si è mosso con rapidità per tutelare i lavoratori di fronte alle molte crisi di questi anni. Abbiamo introdotto l’Assegno unico per i figli, un sussidio familiare più semplice, equo, inclusivo, esteso anche agli autonomi, ai disoccupati e agli incapienti», ha ricordato; con la riforma dell’Irpef «abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e più giusto», ha evidenziato ancora il presidente del Consiglio. «Per sostenere i salari – ha continuato – abbiamo ridotto i contributi a carico dei lavoratori per quest’anno. Per tutelare i cittadini dai rincari energetici, abbiamo ampliato la platea di persone che possono usufruire del bonus sociale elettricità e gas e tagliato le accise sui carburanti. Abbiamo introdotto un’indennità una tantum da 200 euro per 28 milioni di italiani», l’elenco delle misure adottate. A fare da filo conduttore, una sola consapevolezza: «Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, ai lavoratori, alle imprese. Non per stare fermi. E siamo qui per farlo, insieme a voi, alle parti sociali».

26 maggio 2022