Draghi: «I problemi di oggi, imputabili ai non vaccinati»

La conferenza stampa sui provvedimenti anti Covid approvati il 5 gennaio. «La didattica a distanza provoca disuguaglianze. Le lezioni in presenza, priorità di Palazzo Chigi». Il ministro Speranza (Salute): «Ridurre il numero dei non vaccinati». Tasso di positività al 16,6%

«Gran parte dei problemi che l’Italia sta affrontando oggi è imputabile ai cittadini non vaccinati» e le disposizioni contenute nell’ultimo decreto, tra le quali l’obbligo vaccinale per gli over 50 e il possesso del Green pass base per negozi e uffici, sono state adottate «sulla base di dati scientifici che dimostrano che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi di sviluppare la malattia anche in forma molto grave. I due terzi dei posti letto in terapia intensiva sono occupati dai non immunizzati». Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha spiegato ieri sera, 10 gennaio, gli ultimi provvedimenti anti Covid-19 approvati dal governo il 5 gennaio scorso, rivolgendo nel contempo «l’ennesimo appello a vaccinarsi e a procedere con la terza dose». Nonostante i tentativi della stampa, ha aggirato qualsiasi riferimento alle prossime elezioni del presidente della Repubblica; d’altronde, in apertura dell’incontro, aveva già precisato di non voler rispondere ad «alcuna domanda su immediati e futuri sviluppi del Quirinale».

Nella conferenza stampa, che lo stesso premier ha definito «riparatoria» scusandosi di averla convocata a 5 giorni di distanza dalle nuove disposizioni perché si erano «sottovalutate le attese», Draghi ha difeso strenuamente la decisione di riaprire le scuole dopo la pausa natalizia. Le lezioni in presenza, ha ribadito, sono una «priorità» di Palazzo Chigi e ha ricordato che «grandi discussioni si erano avute anche in occasione delle riaperture ad aprile dello scorso anno». La didattica a distanza, «necessaria in casi di emergenze drammatiche, provoca disuguaglianze destinate a restare nel tempo – le parole del presidente del Consiglio -. Disuguaglianze tra chi è in dad e chi non lo è, tra nord e sud. Disuguaglianze che si riflettono sul futuro lavorativo dei ragazzi». Se il pomeriggio i giovani praticano sport e frequentano le palestre e la sera incontrano gli amici in pizzeria, «non ha alcun senso chiudere le scuole prima di chiudere tutto il resto ma non ci sono motivi per farlo – ha rimarcato -. Forse nelle prossime settimane ci sarà un aumento delle classi in dad ma bisogna respingere un ricorso generalizzato. La scuola è fondamentale per la democrazia, va tutelata, protetta, non abbandonata».

Sulla stessa scia l’intervento del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha ribadito «la responsabilità» con la quale si stanno adottando le nuove disposizioni perché il governo «ha molto a cuore i ragazzi. I Comuni che hanno emanato ordinanze di chiusura sono stati il 3,07% sull’intero territorio nazionale». A oggi, ha ricordato ancora il ministro, i docenti sospesi perché «hanno deciso di non vaccinarsi sono lo 0,72%. Ne consegue che il 99,38% è vaccinato e questo dà il senso della responsabilità degli insegnanti».

Gli ultimi dati sulla diffusione del virus parlano di 101.762 nuovi contagiati a fronte di 612.821 tamponi effettuati e 227 decessi. Numeri importanti, con un tasso di positività pari al 16,6% ed è per questo che i primi provvedimenti del 2022, varati «con realismo, prudenza, fiducia e soprattutto con unità», mirano ad affrontare la pandemia e le varianti del virus «con un approccio diverso rispetto al passato – ha proseguito Draghi -. Vogliamo essere molto cauti e minimizzare gli effetti economici, sociali e sui ragazzi che, dal punto di vista psicologico e della formazione, hanno risentito più di altri delle chiusure». In merito alla coesione della coalizione e alle controversie che ci sarebbero state sull’obbligo vaccinale agli over 50 ha precisato che «è chiaro che ci sono divergenze e diversità di opinioni ma non sono mai state di ostacolo all’azione di governo».

Dalla Sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, il premier ha ricordato che nell’ultimo anno il suo governo – ricordiamo che lui è in carica dal 13 febbraio 2021 – ha affrontato diverse sfide, «superate grazie all’impegno e alla determinazione dei cittadini, delle parti sociali, delle istituzioni, dell’esecutivo stesso, del Parlamento e degli enti territoriali. Ci riusciremo anche questa volta». Anche in termini economici si è assistito nel 2021 a una crescita di oltre il 6% a fronte di un calo nell’anno precedente di quasi il 9%. Ma bisogna procedere speditamente con le vaccinazioni, «grazie alle quali la situazione è molto diversa dal passato».

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato che i non immunizzati in Italia al momento sono poco più del 10% degli over 12, «eppure questa piccola minoranza occupa i due terzi dei posti letto in terapia intensiva e il 50% in area medica». Mostrando un grafico ha spiegato che i no vax ricoverati in terapia intensiva sono 23,2 ogni 100mila, dato che scende a 1,5 tra i vaccinati con 2 dosi da più di 4 mesi. Un solo ricovero ogni 100mila abitanti se la vaccinazione primaria è stata fatta entro 4 mesi e infine il dato scende a 0,9 per chi ha già ricevuto la dose booster. «Se vogliamo ridurre la pressione negli ospedali, vogliamo salvare vite e favorire la ripartenza del Paese – ha aggiunto Speranza – la strada primaria è ridurre il numero dei non vaccinati».

Il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha infine smentito le notizie secondo le quali la variante Omicron non provochi gravi conseguenze. «È meno pericolosa di Delta – ha specificato – ma ha la capacità di indurre la patologia grave e anche fatale. La dose booster protegge dalla variante Omicron per l’88% e il ciclo primario per il 65%».

11 gennaio 2021