Dopo Trenitalia anche Cotral fuori da Metrebus

Anche l’azienda del trasporto pubblico extraurbano potrebbe uscire dalla bigliettazione integrata. La denuncia: «Atac ci deve 120 milioni di euro»

Anche l’azienda che si occupa del trasporto pubblico extraurbano potrebbe uscire dalla bigliettazione integrata. La denuncia: «Atac ci deve 120 milioni di euro»

Dopo Trenitalia, anche Cotral è pronta a uscire dal sistema di bigliettazione integrato Metrebus, che permette agli utenti del trasporto pubblico di Roma di circolare su metro, bus, treni e pullman con un unico abbonamento. La scadenza fissata è il 1° gennaio. «L’annuncio dell’uscita da Trenitalia da Metrebus – spiegano dall’azienda che si occupa del trasporto pubblico extraurbano – segna di fatto la fine del sistema tariffario integrato, almeno per come è stato concepito e gestito fino ad oggi. Nonostante Cotral abbia cercato in questi mesi il dialogo con Atac – si legge in una nota -, nessuna buona volontà è stata dimostrata dall’azienda romana per trovare una qualsivoglia soluzione che rendesse il sistema più trasparente ed efficace. I crediti di Cotral nei confronti di Atac ammontano a 120 milioni di euro: soldi incassati da Atac per servizi resi da Cotral e mai ridistribuiti».

Per tutte queste ragioni «Cotral ha fissato la data del 1° gennaio come l’ultima possibile prima di disdettare il sistema Metrebus, intraprendendo in questi mesi tutte le azioni legali necessarie per recuperare la quota della bigliettazione mai incassata». Per l’amministratore delegato di Cotral Arrigo Gian, un sistema tariffario integrato è «uno strumento indispensabile per incentivare il servizio di trasporto pubblico in un’area come quella laziale», ma «non può funzionare se un soggetto gestisce tutte le informazioni e i flussi finanziari e gli altri nulla. Anche in considerazione del fatto che in questi anni non sono mancate gravi criticità di gestione».

Gian assicura la disponibilità da parte di Cotral a discutere una nuova organizzazione del sistema «solo se la gestione verrà affidata ad un soggetto terzo rispetto al quale le aziende aderenti avranno la medesima possibilità di controllo. Atac dovrebbe responsabilmente fare un passo indietro come gli stiamo suggerendo da mesi, purtroppo inascoltati».26 ottobre 2015