“Donne, fede e diplomazia”: l’assemblea di Religions for peace

Coinvolte oltre mille rappresentanti. Il segretario generale Onu Guterres: «Senza la partecipazione delle donne, dialogo incompleto e pace meno sostenibile»

Si è aperta ieri, 10 novembre, la prima assemblea “Donne, fede e diplomazia”, organizzata dalla fondazione internazionale “Religions for peace” (Religioni per la pace). Coinvolte oltre mille rappresentanti di induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e altre religioni, con interventi in plenaria e sessioni in gruppi. Tutti incontri virtuali, con l’obiettivo di mettere a fuoco «nuovi modi per promuovere il dialogo interreligioso in tempi difficili e su diversi fronti: costruzione della pace e terrorismo, ambiente, leadership, incitamento all’odio, migranti e violenza di genere», spiegano gli organizzatori.

In apertura dei lavori, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha evidenziato che «troppo spesso si trascura ciò che riescono a fare le donne per la convivenza pacifica». I vincitori del Premio Nobel per la Pace, ha continuato, «sono modelli di comportamento che ispirano molti altri con il loro coraggio; ma tra i 135 premiati finora, solo 17 sono donne. Senza dubbio – ha concluso – ci sono molte più donne che avrebbero meritato un premio per il loro lavoro di costruzione della pace».

Alle partecipanti all’assemblea è andato anche il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: «Senza la piena partecipazione e leadership delle donne, il dialogo interreligioso è incompleto e la pace è meno sostenibile». Oggi, 11 novembre, al centro dei lavori ci sono l’uguaglianza di genere e la lotta contro i discorsi d’odio. Domani si parlerà invece di istruzione e protezione dell’ambiente. Nella sessione conclusiva, il 13 novembre, verrà presentato infine un “appello al cambiamento”.

11 novembre 2020