Don Vendola, “prete a 360 gradi” fra i sestieri di Giardinetti
L’esperienza del parroco di Resurrezione. L’obiettivo di avviare per il Giubileo uno sportello per famiglie in difficoltà. Un giornalino per diffondere speranza
Spot tv e radio, video e articoli – protagonisti anche i periodici diocesani come Romasette.it iscritti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) – mettono in luce, nell’ambito della campagna Cei per la sensibilizzazione sul sostegno ai sacerdoti diocesani, l’impegno dei presbiteri e le attività promosse grazie alla collaborazione con i laici. Opportunità per richiamare alla corresponsabilità economica verso l’operato dei sacerdoti diocesani e sentirsi “Uniti nel dono”. Nella campagna di sensibilizzazione si inserisce il racconto delle storie dell’impegno di sacerdoti diocesani, come quella di oggi dedicata all’esperienza di don Simone Vendola e della comunità parrocchiale che guida, Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo a Giardinetti
Ogni lunedì e martedì mattina, nel cuore del quartiere romano di Giardinetti, periferia est, si anima la “boutique”, come è stato elegantemente ribattezzato il “guardaroba dei poveri” della parrocchia della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel grande piazzale antistante la chiesa, don Simone Vendola è una presenza costante. Saluta, stringe mani, ascolta i tanti fragili che animano il continuo viavai.
Romano, 41 anni, sacerdote dal 2008 e parroco dal 2020, il suo ministero è profondamente legato a Giardinetti. Conobbe la parrocchia durante una missione popolare, quando era ancora seminarista, e vi fece ritorno in seguito come vice parroco, prima sotto la guida di monsignor Franco Mortilengo della diocesi di Novara – per decenni la parrocchia è stata affidata al clero della diocesi piemontese – e poi di monsignor Dario Gervasi. «La mia vita sacerdotale si è formata qui – racconta don Simone -. Questa è una bella comunità che si sente a casa nella sua parrocchia e, a sua volta, spinge la parrocchia a farsi casa in ogni via del territorio».
Si definisce un “prete a 360 gradi”. Oltre “all’ordinaria amministrazione” spesso si cimenta in lavori di manutenzione. «Da parroco ho imparato che bisogna essere architetti, idraulici, amministratori di condominio», dice. Cura anche il giornalino della parrocchia #SoloCoseBelle! «per diffondere speranza» attraverso brevi riflessioni evangeliche e per comunicare gli appuntamenti del mese.
Tra gli impegni della comunità c’è quello di coinvolgere maggiormente i giovani, specie dai 18 anni in su, per includerli nelle attività e formarli come educatori in oratorio. Attualmente gli adolescenti animatori sono una trentina e guidano circa 150 bambini del catechismo.
Per rispondere meglio alle esigenze dei parrocchiani e creare una comunità ancora più coesa, dal 1994 il territorio della parrocchia è stato suddiviso in sei zone, chiamate “sestieri”, ciascuna identificata con il nome di un fiore: rosa, margherita, mimosa, orchidea, giglio e tulipano. «Nelle settimane successive alla Pasqua, fino a Pentecoste, portiamo la statua dell’Angelo in processione in ogni sestiere per far risuonare l’annuncio di Pasqua in ogni angolo», riferisce don Simone. In primavera, invece, è la statua della Madonna del Rosario, ribattezzata Madonna dei Sestieri, a percorrere le vie della zona trasportata in spalla dal “Gruppo dei Portatori”. Per consolidare il rapporto con il territorio, il parroco è coadiuvato dalle missionarie di strada, una trentina di donne che individuano le necessità degli abitanti e promuovono momenti di preghiera.
Don Simone può contare, in generale, su un nutrito gruppo di volontari grazie ai quali è possibile dare vita a tante attività. A cominciare dalla Caritas nella quale operano anche quattro suore Carmelitane della carità, fondate da santa Gioacchina De Vedruna, che nel 2025 celebreranno i 30 anni di presenza in parrocchia. Coordinatrice della “boutique” è suor Maria Teresa Brunelli. È disponibile un ricco assortimento di capi di abbigliamento usati ma accuratamente selezionati. Dall’intimo ai cappotti, passando per scarpe, coperte, corredi per bambini. «Si accede alla boutique dopo il colloquio con il Centro di ascolto – spiega suor Maria Teresa -. Accogliamo 15 persone a settimana. Ultimamente tanti sono originari della Nigeria».
Quello di Giardinetti è l’unico centro di distribuzione di vestiario della prefettura e quello che sorprende Antonietta Pelagalli, la responsabile, è che «sono pochissimi gli italiani che usufruiscono del servizio anche se sappiamo bene che le famiglie in difficoltà sono tante. L’imbarazzo potrebbe essere uno dei fattori che dissuade le persone dal chiedere aiuto». Mensilmente vengono poi distribuiti pacchi viveri a 60 famiglie e in concomitanza con il Giubileo si vorrebbe avviare uno sportello per famiglie in difficoltà.
Suor Giovanna Nicoli è invece la responsabile di “Mamme belle”, gruppo che accoglie donne che hanno perso i figli a causa di una malattia o per un incidente. «Vogliono cercare di vivere questo dolore con fede – dice la religiosa -. Si incontrano il primo venerdì del mese. Dopo la celebrazione eucaristica e la recita del Rosario c’è un momento di condivisione durante il quale commentiamo il Vangelo del giorno per attualizzarlo. Ogni mamma in memoria del proprio figlio lascia un’offerta che viene utilizzata per acquistare olio per la Caritas».
Per prepararsi all’Anno Santo, con la giornalista Rai Isabella Di Chio, da ottobre è partito il ciclo mensile di incontri “La speranza non delude”. «Protagonisti di ogni appuntamento sono alcuni testimoni di speranza vissuta – dichiara don Simone -. Il primo ospite è stato Arturo Mariani, nato con una sola gamba, che ha esortato i giovani a non arrendersi mai davanti alle difficoltà. È stata poi la volta di Chiara D’Onofrio, consacrata dell’Ordo Virginum e volontaria nella sezione femminile del carcere di Rebibbia, e dei genitori di Chiara Corbella. Il prossimo anno – anticipa – vorremmo invitare la mamma di Carlo Acutis».
20 dicembre 2024