Don Sandro Amatori, «un padre per tutti»

Presieduti dal vescovo Guerino Di Tora ai Sacri Cuori di Gesù e Maria i funerali del sacerdote morto a 85 anni. Fu parroco in due comunità per 37 anni

Un sacerdote che ha accudito con amorevole tenerezza le persone che incontrava, riuscendo a diventare un padre per tutti. Così è stato ricordato, durante le esequie che si sono svolte ieri, 17 giugno, don Sandro Amatori, scomparso lo scorso 15 giugno all’età di 85 anni per un male incurabile. Parroco di San Romano Martire dal 1970 al 1988 e poi dei Sacri Cuori di Gesù e Maria fino al 2007, era anche stato, nei primi anni ’60, prefetto degli studi al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Vice rettore a Santa Maria in via Lata, era stato anche assistente ecclesiastico dell’Ordo Viduarum dal 2012 al 2018.

«Un padre per tutti e una presenza costante e attenta all’ascolto delle persone e dei loro bisogni, che guardava in profondità», sono state le parole di monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il settore Nord, che ha presieduto i funerali nella parrocchia dei Sacri Cuori. A concelebrare, anche il cardinale Edoardo Menichelli, storico amico di don Amatori, il cardinale Enrico Feroci e il vescovo Daniele Libanori, ausiliare per il settore Centro.

Originario della Garbatella, don Sandro, ha ricordato Di Tora, «sapeva sempre infondere speranza nei fedeli, donando loro la consapevolezza che solo nel Signore c’è speranza, la stessa che non ha perso neanche nei momenti più difficili della sua malattia». Un ministero, quello di don Amatori, che si è arricchito con la vicinanza ai molti sacerdoti e suore «le cui vocazioni ha visto nascere e crescere», ma anche alle donne che, appartenenti all’Ordo Viduarum, abbracciano la scelta di vita vedovile. «Ci ha sempre accompagnato con delicatezza, avevamo un rapporto personale, come figlie, che andava al di là del suo ruolo istituzionale», sono le parole di Angela Trigiani coordinatrice dell’Ordo Viduarum. «Lo ricordiamo con una gratitudine immensa, consapevoli di non averlo mai ringraziato abbastanza». L’accompagnamento spirituale si traduceva «in una disponibilità senza pari, per un consiglio, un aiuto, un’informazione». Una presenza costante, dunque, anche con chi non frequentava l’Ordo, «ma che in molti – spiega sempre Trigiani – hanno sperimentato anche semplicemente andando a Messa, tanta era l’empatia che trasmetteva».

«Don Sandro è stato un “eccomi” senza riserve, pronto a incontrare tutti, a guidare nella conoscenza della Parola», è stato invece il ricordo di suor Donata, per quasi 20 anni presente nella parrocchia dei Sacri Cuori. «Un padre e un fratello per tutti», che univa al suo essere pastore anche «la cura per la bellezza della liturgia, dei sacramenti e della musica, pur mantenendo la sobrietà». Un esempio, inoltre, ha sottolineato suor Donata,  «nell’abbandonarsi con serenità, come ha fatto alla fine della sua malattia».

Una vita, la sua, che «rispecchiava la bellezza dell’essere sacerdote», ha aggiunto Di Tora nel corso della sua omelia. «La sua costante disponibilità con chiunque – ha raccontato – lo portava a guardare dritto negli occhi i suoi interlocutori e ascoltare intensamente qualsiasi bisogno, richiesta o confidenza». Un’attenzione che in particolare don Amatori riservava ai malati, «recandosi da loro anche fuori Roma». Un modo di vivere il ministero sacerdotale che «gli consentiva di valorizzare tutti, indistintamente, trovando sempre le qualità più nascoste in chiunque, proprio come è chiamato a fare un vero pastore».

18 giugno 2021