Don Minzoni e la fedeltà ai valori di libertà e giustizia

Il convegno a 100 anni dalla morte, organizzato da alcune rappresentanze del modo scout. Costa (Masci): «Noi tutti siamo debitori della sua testimonianza»

Un’affinità elettiva, quella tra il mondo scout e don Giovanni Minzoni, che si è tradotta per il parroco di Argenta in un impegno sociale e spirituale talmente libero rispetto al ventennio fascista da condannarlo al martirio. Ma non è solo sulla tragica scomparsa che occorre soffermarsi, quanto sull’intensità e attualità del suo messaggio di dedizione all’Altro. Ed è per valorizzare il suo impegno per i giovani che alcune tra le rappresentanze del mondo scout hanno organizzato venerdì 20 maggio un pomeriggio di riflessione sulla figura del sacerdote, nella cornice istituzionale del chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, al Senato, di fronte a una platea di studiosi, parlamentari, scout.

L’evento è stato organizzato in occasione dei cento anni dalla morte, avvenuta per mano fascista il 23 agosto del 1923 ad Argenta, grazie al Masci (Movimento adulti scout cattolici), all’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani) e a Fse (Associazione italiana guide e scouts d’Europa cattolici della Federazione dello scautismo europeo), su iniziativa del senatore Lorenzo Basso. Il panel, moderato dalla giornalista dell’Agi Marvin Ceccato, ha ospitato il cardinale Arrigo Miglio, che ha ricostruito la testimonianza di fede di don Minzoni, l’onorevole Pierluigi Castagnetti, che ha parlato invece dell’impegno nel sociale. Per le associazioni scout sono intervenuti anche Massimiliano Costa, presidente del Masci, Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del Comitato nazionale Agesci, Francesco Di Fonzo, presidente nazionale Fse. Trasmesso anche un video di saluto di Vittorio Pranzini, tra i promotori della causa di beatificazione insieme al Msci, alla diocesi di Ravenna-Cervia, ad Agesci, all’associazione nazionale Guide e scout cattolici d’Italia, Scout d’Europa e alla parrocchia di Argenta.

Una figura complessa, quella di don Minzoni, che alla passione per il prossimo e alla dedizione spirituale alla Chiesa ha unito il patriottismo che – come ha ricordato il cardinale Arrigo Miglio – gli valse la medaglia d’oro da cappellano del primo conflitto. «La parola “insieme” è quella che sento più in sintonia oggi, perché tutti gli aspetti che compongono la sua figura vanno considerati nella loro unità e sintesi», ha dichiarato.  Le associazioni scout hanno richiesto con una sola voce di avviare il processo per la beatificazione e questo percorso ha già avuto inizio nella diocesi di Ravenna con l’autorizzazione del Vaticano. È di marzo l’arrivo del nulla osta della Congregazione delle Cause dei santi che conferma la possibilità di avviare l’iter della causa per il parroco di Argenta. Secondo Castagnetti, «il martirio di don Minzoni è stato causato dal giudizio morale e dalla contestazione che lui ha sempre esercitato riguardo alla violenza fascista».

L’attualità del messaggio di don Minzoni risiede, per Massimiliano Costa, nella testimonianza dei valori di coraggio e nella fedeltà ai valori di libertà e giustizia: «Noi tutti siamo debitori alla sua testimonianza perché è uno di quelli che hanno contribuito a costruire il Paese che noi abitiamo», ha concluso. Secondo Roberta Vincini e Francesco Scoppola, «oggi come da cent’anni, la sua coraggiosa predicazione evangelica è memoria viva per l’educazione dei nostri ragazzi e ragazze, per tutti noi che siamo invitati a conoscerne la storia per imitare il suo esempio». «Per evitare che certe violazioni si possano ripetere è importante ricordare sempre personaggi come don Minzoni. Insegnamenti che oggi ci portiamo nel cuore e che ci spingono a svolgere il nostro servizio anche in zone di guerra come in Ucraina», ha dichiarato Francesco Di Fonzo, presidente nazionale Fse.

22 maggio 2023