Don Luigi è tornato nella sua parrocchia

Giugno 1977, tumulata la salma di monsignor Rovigatti alla Natività, alla presenza del cardinale Ugo Poletti 

Un giorno di lutto, ma di festa, si è celebrato, lunedì, nella parrocchia della Natività per il ritorno del suo “Padre e Pastore”. Mons. Luigi Rovigatti, che è stato Vicegerente di Roma, e prima alla guida della Diocesi di Porto e S. Rufina e a quella di Tarquinia e Civitavecchia, è tornato nella “sua” amata chiesa dove per diciannove anni era stato parroco.

“In mezzo a voi ho trascorso la parte più bella della mia vita, sia come parroco, fraternamente coadiuvato da molti e cari sacerdoti, diversi dei quali sono oggi parroci di Roma. Mi avete data molta consolazione, mi siete stati vicini con la preghiera e l’affetto nei momenti dell’amarezza, delle prove e del dolore, avete collaborato nelle opere di apostolato e di carità con generosità e prontezza”, ebbe a dire don Luigi ai “carissimi parrocchiani” in ringraziamento degli auguri presentatigli in occasione dei suoi venticinque anni di sacerdozio.

E sono queste parole che ancora una volta sono risuonate alla “Natività”, lette per la comunità cristiana di questa parrocchia da Francesco Gioggi, il presidente dell’Azione Cattolica della “Natività”. “Anziché affidarmi ai vari ricordi – ha detto – nel porgere un devoto e filiale saluto al Presbitero della Chiesa locale di Roma qui presente nella persona del Cardinale Vicario, dei Vescovi e dei sacerdoti venuti ad accogliere Mons. Luigi Rovigatti che torna tra noi, preferisco esprimere con le stesse parole di don Luigi quello che la parrocchia della Natività ha significato nella sua vita. “è vero – ha concluso – il nostro amore per don Luigi è stato grande, ma il nostro amore è stato da lui pienamente ricambiato; anzi, “Lui ci ha amati per primo”.

All’arrivo il feretro, portato a braccia da sacerdoti, e adagiato in terra accanto al cero pasquale, è stato benedetto dal Cardinale Vicario, il quale vi ha deposto un Vangelo aperto e una corona del Rosario. Gran parte del presbitero diocesano concelebrante aveva già fatto processionalmente l’ingresso: il Cardinale Vicario, il Vicegerente Mons. Giovanni Canestri, Mons. Andrea Pangrazio, Vescovo di Porto e S. Rufina, Mons. Fallani, i Vescovi Ausiliari Ragonesi, Pascoli e Pocci, e i quattro sacerdoti che si sono succeduti alla guida della parrocchia della Natività, Mons. Emilio Rufini, don Camillo Palliani, don Luigi Della Torre e quello attuale don Pietro Segurani, oltre settanta parroci e sacerdoti della Diocesi, Presenti, con molti sacerdoti e una folta rappresentanza di fedeli, il Vescovo di Tarquinia e Civitavecchia, Mons. Antonio Mazza; molti anche i fedeli di Porto e S. Rufina, guidati dai loro sacerdoti. Ai posti d’onore, la famiglia Rovigatti, i Cardinali Guerri e Bafile, Mons. Jacono e altre personalità.

La liturgia e le letture sono state commentate dai laici catechisti che lo stesso Mons. Rovigatti aveva formato. Diaconi i viceparroci don Giuseppe Attard, don Antonio Redeschi e don Davide Maccari, aiutati dai seminaristi del Seminario Romano Maggiore. La cerimonia, come ha sottolineato anche il Cardinale Poletti, non è stata una celebrazione di pietà, di amicizia e di fraternità, a consolazione dei parenti e dei suoi parrocchiani, e ad edificazione e pacificazione interiore dei suoi sacerdoti”.

Il Cardinale Vicario, nel corso della concelebrazione da lui presieduta, ricordando la figura e le opere di Mons. Rovigatti, ha messo in risalto i cardini fondamentali della sua missione di “costruttore della Chiesa locale”. Don Luigi era “audace” nel sentire e nel tentare quegli aggiornamenti che meglio potevano definire l’autentica comunità cristiana; era anche “tenace” perché, nonostante le incomprensioni, le difficoltà, fu perseverante nella costruzione della Chiesa del Signore attraverso il connubio della Fede e della Carità.E questa “audace tenacia” che egli dimostrò verso la comunità parrocchiale, diventò “saggia prudenza” quando fu scelto per il servizio più ampio verso la chiesa diocesana in qualità di Vicegerente, Don Luigi aveva per vocazione di fare unità nella fede autentica e nella carità operante. Egli coltivava la “varietà” nell’amicizia, rispettoso del pensiero e della vita altrui, al fine di ricondurre tutti all’essenziale confronto con Gesù e con la Chiesa.

Il Cardinale Vicario proseguiva sottolineando quelli che sono stati i tre cardini della missione di Mons. Rovigatti quale costruttore della Chiesa locale: la pietà liturgica ed eucaristica che è stata il nutrimento della sua vita interiore e della sua comunione con gli altri; una solida dottrina espressa nella costante e intuitiva catechesi, essendo convinto che il culto esterno a nulla serve quando manchi una coscienza cristiana; una organizzazione della Fede e della Carità attraverso le opere, affinché la Fede appaia luminosa e visibile e la Carità credibile.

Mons. Luigi Rovigatti – ha concluso il Card. Poletti – amò le istituzioni ecclesiastiche e le promosse in tutte le sue forme: non gli facevano velo le carenze e le debolezze umane poiché vedeva tutto nella luce e nell’amore di Dio. E aveva fondato la sua certezza soprannaturale sulla devozione alla Madonna che, quale Madre del Figlio di Dio e della Chiesa, gli era stata sempre ideale di partecipazione e conforto nelle difficoltà apostoliche. Il Cardinale Vicario ha quindi benedetto la tomba, su cui due sole parole verranno scritte a testimonianza di tutta una vita: “Padre e Pastore”. (Giuseppe Pizzicoli)

19 giugno 1977